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Omelia del Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo Emerito di Firenze, alla Santa Messa per il 45° (2011) Anniversario dell’Alluvione di Firenze del ’66 organizzata annualmente dal 1994 dall’Associazione Firenze Promuove presso l’Oratorio della Madonna delle Grazie in memoria delle 35 vittime della città e Provincia.
Per il Cardinale Piovanelli i morti dell’alluvione di Firenze del 1966 furono di più dei 35 che si ricordano. Secondo il presule ci fu un prete che “chiamato a benedire le salme gli sembrarono tante di più di quelle che ricordiamo oggi”.
“Noi vogliamo ricordarle – ha detto oggi il cardinale, durante l’omelia dell’annuale messa per le vittime – noi preghiamo per loro, per le loro famiglie, per quanti hanno portato il peso di quella situazione tristissima, e insieme, nella preghiera, vogliamo ricordare quanti hanno lavorato con generosità, superiore ad ogni riconoscimento, per tornare ad una normalità della vita e un ripristino dei beni danneggiati. Tutti si sono dati da fare, per giorni e giorni”.
“Nel 1966 – il racconto del cardinale – da sei anni ero parroco a Castelfiorentino, abbiamo rischiato la vita per mettere in salvo gli arredi e i documenti della chiesa di Santa Verdiana, più a valle. L’esperienza diretta e personale dell’alluvione in Valdelsa mi ha aiutato a capire meglio l’alluvione di Firenze quando ho assunto la guida della diocesi”.
“L’esempio della città di Firenze in quell’occasione drammatica dell’alluvione non è da dimenticare”, ha concluso il porporato: “Insieme si può, non soltanto si riprende il cammino, ma si riprende più ricchi di umanità”.
Foto e montaggio a cura del giornalista Franco Mariani.
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