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Dall’edizione 2008 del Festival Nazionale Cinema, Teatro e Televisione del Comune di Villa Basilica (Lucca), affidato dall’Amministrazione Comunale alla Direzione Artistica del Giornalista Franco Mariani e all’organizzazione tecnica dell’Associazione Firenze Promuove, premiazione di Padre Ferdinando Batazzi, regista e commentatore per tanti decenni della trasmissione domenicale della Santa Messa su Rai 1.
Le telecamere dell’ informazione religiosa della Rai si sono accese in Toscana per la prima volta il giovedi santo del 1954.
Era il 15 aprile e da Firenze si parlò della visita ai Sepolcri approntati nelle Cappelle Medicee, mentre il Prof. Piero Bargellini presentò la Sacrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo.
Alla trasmissione partecipò anche il Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, che accompegnò nella Cappella dei Principi un gruppo di ammalati per la visita ai Sepolcri.
La Santa Messa in televisione veniva preceduta, nei primi anni, dal seguente annuncio: “Avvertiamo i nostri telespettatori che la Santa Messa non è valida agli effetti del precetto festivo. Tuttavia coloro che per gravi motivi fossero dispensati dal precetto, potranno utilmente unirsi con il sacerdote per partecipare al sacrificio divino”.
Il primo giorno di tramissioni ufficiali della Rai, il 3 gennaio 1954, nonostante fosse domenica, la messa in tv non fu trasmessa, tuttavia nei giorni precedenti, nella fase sperimentale, le telecamere entrarono in diversi ambienti religiosi: Santa Maria delle Grazie a Milano, l’Orfanatrofio delle Francescane, il giorno di natale avevano ripreso una celebrazione eucaristica a Torino e nella notte avevano dato spazio alla messa cantata dalla chiesa dell’Ara Coeli in Roma, il 1 novembre era entrato nel duomo ambrosiano per il pontificale di Ognissanti celebrato dal Cardinale Schuster.
Inoltre dal 1 novembre 1953, dalle ore 11 alle ore 12, anche se sempre in fase sperimentale, veniva messa in onda l’ora religiosa settimanale,
La trasmissione integrale della prima messa in televisione sulla Rai avvenne una settimana dopo l’inizio ufficiale delle trasmissioni, ovvero il 10 gennaio 1954 dalla Basilica di San Simpliciano a Milano.
Successivamente, nell’ordine, toccò a Torino dal Russicum di Roma, di nuovo da Torino dalle stanze della camera di don Bosco, trasformata in cappella, e poi sempre da Milano; Santuario di Lourdes, Collegio San Carlo, Basilica di Sant’ Ambrogio, Cripta di San Fedele, chiesa Sant’Antonio dei Francescani, Sant’Eustorgio.
Il 19 marzo dalla chiesa di Santa Maria in Cosmedin a Roma, poi da Torino, per fare di nuovo a ritorno a Milano, il 28 marzo con la Messa celebrata dai cappellani militari da un hangar dell’aeroporto di Linate.
Primo responsabile delle trasmissioni religiose è stato il gesuita Padre Nazareno Taddei.
Lo stesso Padre Taddei nel 1954 si recò da Papa Pio XII per chiedere di poter trasmettere la sua celebrazione della Messa di Natale, sarebbe stata la prima volta di un Papa in televisione.
Ricordiamoci che in quegli anni la televisione era vista dalla Chiesa come lo strumento del demonio .
Cosi Padre Nazareno Taddei raccontò poi quell’incontro: “Pio XII ci ascoltò attentamente e ci fece anche qualce domanda. Pareva convinto. Si rivolse a Monsignor Montini (futuro Cardinale Arcivescovo di Milano e poi Papa Paolo VI, che all’epoca era il Sostituto della Segreteria di Stato yndr), che l’assisteva con Monsignor Tardini. “Si può fare, vero monsignore?”, osservò il Pontefice. Ma da Montini arrivò solo un gelido cenno della testa. Comunque la trasmissione fu possibile il Natale successivo”.
La prima messa dalla Toscana fu trasmessa, salvo errori storici, dalla Comunità di Nomadelfia.
Papa Paolo VI nel 1978 sottolineò “l’importanza che la radio e la televisione possono e debbono avere nella vita spirituale, morale e religiosa dell’uomo moderno coscienti delle possibilità, di cui dispongono la radio e la televisione per la crescita culturale dei cittadini, per il superamento delle incomprensioni e delle barriere che ancora esistono tra generazioni, classi sociali e Nazioni. La duratura costruzione di questi valori non è possibile senza l’apporto della vita religiosa; di qui l’importanza delle trasmissioni religiose”.
A dicembre 1998 la Santa Messa televisiva di Rai Uno otteneva, di domenica mattina, un’audience media di 1,8 milioni di telespettatori, con una share media di poco superiore al 25%.
Durante il mese di giugno 1999, periodo pre ferie estive, il numero medio di telespettatori calava, ma di poco, scendendo a quasi un milione e mezzo, ma con uno share medio del 24,5%. Nel 2004 ha raggiunto il 30% di share.
Se andiamo a riprendere alcuni dati del 2000, anno giubilare, alcune Messe trasmesse in televisione hanno attirato audience di dimensioni ragguardevoli; tre, in particolare, sono stati gli eventi più seguiti: l’apertura della Porta Santa nella Basilica vaticana il 24 dicembre 1999 con 6.023 milioni di telespettatori e 10,9% di rating1; la Via Crucis il Venerdì Santo presieduta dal Papa al Colosseo il 21 aprile 2000 con 5.643 milioni di ascolti, 10,2% di rating e 25,4% di share, e la festa per il Giubileo dei Bambini e dei Ragazzi il 2 gennaio 2000 con 4.782 milioni di ascolti con 8,2% di penetrazione e lo share del 26,2%.
Ma ci sono altri eventi religiosi che hanno “ottenuto” risultati particolari, come la Benedizione Urbi et Orbi il giorno di Natale 1999, con uno share da record, ben 39%, oppure il 36,1% di share il 3 settembre 2000 in occasione della cerimonia di beatificazione dei Papi Giovanni XXIII e Pio IX.
Ma ancora più delle quantità, è però interessante osservare il “profilo” socio-demografico del pubblico che ha seguito questi grandi eventi ecclesiali.
L’analisi comparativa sul profilo dei “fedeli” alla Messa in tv nel 2000, eseguita dal Prof. Stefano Martelli, professore ordinario di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Palermo, e docente di Sociologia della Religione presso l’Istituto Universitario “Sr. Orsola Benincasa” di Napoli, ha accertato che “il pubblico degli eventi ecclesiali in tv risulta non solo assai più ampio per quantità, ma soprattutto più vario nella composizione sociale. Pur restando inferiore alla media, si nota infatti una maggiore consistenza delle categorie sociali maschi, giovani-adulti, persone in condizione professionale, membri dei ceti sociali medio-superiori, abitanti delle città piccole, residenti nelle regioni settentrionali che di solito sono sotto-rappresentate nel pubblico che la domenica segue la Messa in televisione. Come a dire che i grandi eventi giubilari hanno esercitato un tangibile richiamo su una parte di popolazione solitamente poco disposta a recarsi a Messa la domenica”.
Scheda a cura del Giornalista Vaticanista Franco Mariani
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