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L’edizione 2008 del Festival Nazionale Cinema, Teatro e Televisione del Comune di Villa Basilica (Lucca), affidato dall’Amministrazione Comunale alla Direzione Artistica del Giornalista Franco Mariani e all’organizzazione tecnica dell’Associazione Firenze Promuove, ha premiato il Quartetto Cetra, alla memoria.
Enrico Gentile, si unì a Tata Giacobetti, Virgilio Savona e Enrico De Angelis per formare il nuovo gruppo.
Il Quartetto Cetra debuttò nel 1941 alla radio nella rivista Riepilogando.
Nell’ottobre del 1947 Enrico De Angelis lasciò il gruppo perché richiamato nell’esercito.
Fu rimpiazzato da Lucia Mannucci, moglie di Virgilio Savona.
Così il Quartetto Cetra raggiunse la sua formazione definitiva, che fu mantenuta per tutto il resto della lunghissima carriera artistica del gruppo.
La prima canzone cantata assieme dalla formazione “storica” del Quartetto Cetra fu “Dove siete stata nella notte del 3 giugno?”.
Nel 1948 il Quartetto Cetra partecipò nel doppiaggio dei cori del film Dumbo.
Per questo lavoro ricevettero una lettera autografa di congratulazioni da parte di Walt Disney.
Altri film doppiati dal gruppo furono “Musica Maestro”, “Lo scrigno delle sette perle”, “Il mago di Oz”.
Nel 1951 il Quartetto Cetra debuttò in teatro, nella rivista “Gran Baldoria” di Garinei e Giovannini, a cui seguirono numerose altre commedie musicali.
I Cetra lavorarono in teatro con altre grandi celebrità come Wanda Osiris e Alberto Sordi.
Con la nascita della televisione italiana nel 1954 arrivò anche il debutto televisivo del Quartetto Cetra.
Lo spettacolo si chiamava “In quattro si viaggia meglio”.
Seguirono molti altri programmi in cui il quartetto fu protagonista.
In particolare, furono un grande successo le loro parodie, in “Biblioteca di Studio Uno”, per la regia di Antonello Falqui, di alcuni classici della letteratura, come “Il conte di Montecristo” o “I tre moschettieri”.
Lo stile iniziale del quartetto fu quello delle elaborazioni vocali jazz e swing, ispirato ai Mills Brothers statunitensi. Successivamente il gruppo trovò la propria formula, che combinava canzone e spettacolo: brani orecchiabili dai testi allegri ma con arrangiamenti raffinati, interpretati in scenette divertenti.
Questa formula conquistò pubblico, e il Quartetto Cetra diventò presto popolarissimo prima alla radio, poi in teatro e infine alla televisione.
Un grande pregio riconosciuto al Quartetto Cetra fu quello di saper combinare l’elevata professionalità con l’intrattenimento popolare.
In oltre quarant’anni il gruppo propose oltre un migliaio di canzoni, molte delle quali scritte dalla coppia Giacobetti-Savona.
Solo per citarne alcune, tra le più celebri: “Aveva un bavero” del Festival di Sanremo 1954, “Il Visconte di Castelfombrone”, “In un palco della Scala”, “Un disco dei Platters”, “Che centrattacco”, “Nella vecchia fattoria”, “Vecchia America” musica di Lelio Luttazzi, “Un bacio a mezzanotte” musica di Gorni Kramer, “I ricordi della sera”.
La carriera artistica del Quartetto Cetra si concluse ufficialmente il 1° luglio 1988 a Bologna, con l’ultimo concerto in pubblico.
Il 2 dicembre 1988 Giovanni Giacobetti, che milioni di persone chiamavano famigliarmente “Tata”, ha lasciato i fraterni compagni di lavoro.
Non molto tempo dopo, il 3 febbraio 1990 sarebbe stato seguito sul sentiero dell’eternità dal simpatico Felice Chiusano
Dei quattro componenti rimane solo la coppia marito e moglie, Lucia Mannucci e Virgilio Savona, entrambi classe 1920, sposatisi il 19 agosto del 1944.
LUCIA MANNUCCI
Voce femminile del Quartetto Cetra, cantante solista, autrice è nata a Bologna nel 1920.
Milanese di adozione, frequenta giovanissima la scuola “Arte del movimento” di Carla Strauss.
Nel 1941 viene accolta nella scuola di canto dell’EIAR, a Roma, dove studia col maestro Prato.
Inizia nello stesso anno una lunga serie di trasmissioni radiofoniche con le orchestre Manno, Spaggiati e Zeme (“Ho un sassolino nella scarpa”, “Notte e dì”, “Caro papà”).
Incide il suo primo disco per la Cetra nel Febbraio 1942 (“Sulle onde della radio”, “Il nanetto del boschetto”).
Partecipa, subito dopo agli spettacoli promozionali organizzati dalla Cetra con l’orchestra Angelini al teatro Carignano di Torino.
Nell’autunno del 1942 il maestro Semprini la scrittura, insieme a Bonino, Vallarino, la Vallesi e la Vaniglio, per un lungo giro di concerti con la sua Grande Orchestra Ritmo-Sinfonica.
Nell’Agosto 1943 partecipa a vari spettacoli a Roma con Totò, Elena Giusti, il Quartetto Cetra e altri.
Nel novembre dello stesso anno è scritturata da Remigio Paone a Milano per la rivista “Una notte al Madera” di Rubens e Ramo, con Kramer, Natalino Otto, il Quartetto Cetra.
I n occasione oltre al suo repertorio, esegue per la prima volta insieme ai Cetra “Dove siete nata nella notte del 3 Giugno?”, un brano scritto per lei da Age-Giacobetti-Savona.
Nel 1944 gli avvenimenti bellici le impediscono il rientro a Roma e partecipa, quasi sempre al fianco dei Cetra, a vari spettacoli a Milano e dintorni con Luciano Zuccheri, i Fratelli De Rege, Cosimo Di Ceglie, Waler Chiari, Luciano Tajoli e molti altri.
In questo periodo incide per la Fonit diverse canzoni con l’orchestra Kramer (“Che pigro!”, “Mattino, I vecchi motivi”, ecc.)e forma anche, con Savona-Giacobetti-De Angelis-Chiusano, un quintetto vocale denominato “Five Shoe Shine”.
Il 19 Agosto del 1944 sposa Virgilio Savona e prende parte poi a un breve ciclo di spettacoli con la compagnia di operette ungheresi di Clara Tabody.
Nel 1945, dopo la Liberazione, torna a Roma con lo spettacolo “Club 03” e viene poi scritturata, insieme a Kramer, Donà e i Cetra , dai militari americani di stanza a Napoli.
Nel novembre dello stesso anno incide ancora con Kramer a Milano e , dopo un periodo di interruzione del lavoro per la nascita del figlio Carlo nel 1946, partecipa al fianco dei Cetra alle prime tournèe all’estero e incide per la Decca, a Zurigo (“Tutto ti attende”, “Ho un orribile difetto”).
Nell’estate 1947 è la solista del complesso da ballo formato da Kramer e dai Cetra al Capo di Nord-Est di Santa Margherita Ligure.
Qui arriva a un repertorio di circa 150 canzoni di successo internazionale, che canta in lingua originale.
Quando un componente dei Cetra (De Angelis) decide di abbandonare l’attività canora, lo sostituisce nel complesso e debutta ufficialmente con la nuova formazione nell’ottobre del 1947, al teatro delle Arti di Roma.
Da questo momento il suo curriculum artistico si fonde con quello del Quartetto dove continua tuttavia a sostenere il ruolo di cantante solista.
Fin la dal debutto con i “nuovi” Cetra al Teatro delle Arti interpreta, con grande successo, “Stormy Weather” di Koehler-Arlen e continua poi ad essere la solista “ufficiale” dei numerosi complessi da ballo che per il Quartetto Cetra forma tra il 1948 e il 1950.
Nel 1950-51 incide per la Voce del Padrone, con Franco Cerri, diverse nuove canzoni tra le quali alcune di cui è autrice dei versi (“La pasticcera”, “La giraffa Pasqualina”).
Nello stesso biennio, quando i Cetra debuttano nella rivista “Gran Baldoria”, gli autori le affidano, oltre alle canzoni del Quartetto, anche l’ interpretazione solistica di “Cantando un blues”, inserito in un indimenticabile “quadro” delle Blubells.
L’anno dopo, nella trasmissione radiofonica “Giringiro” al seguito del 38° giro ciclistico d’Italia è l’interprete della famosa “Ninna nanna alla maglia rosa”.
Scrive intanto altri testi di canzoni e presenta, con Pino Spotti, una serie di programmi per la Rai dal titolo “Una voce e un pianoforte”.
Nel 1955, nella commedia musicale “Carlo, non farlo!”, è la prima interprete della canzone “C’è un po’ di cielo”.
In ogni sua esecuzione solistica dimostra di essere cantante di classe per la versatilità e duttilità del suo temperamento, per il gusto delle interpretazioni, per le sue possibilità vocali.
Nella stagione teatrale 1958-59 è ancora una volta la prima interprete di “Donna” nel Musical “Un trapezio per Lisistrata”, e incide per la Ricordi un Lp dal titolo “Lucia sola”.
Nel 1960 trasmette una nuova serie di canzoni nel programma Rai a puntate “Piccolo Club” e ne incide buona parte di dischi Cetra.
L’anno dopo, per la Ricordi, incide “Vetrine” di Gaber e Maria Monti, e la splendida “Prima di andarmene” di Calabrese e Reverberi.
Dal 1970 in poi, pur continuando a svolgere l’attività artistica insieme ai Cetra, si dedica anche alla ricerca e all’incisione di canti popolari, in collaborazione con Savona. Registra, così, per i Dischi dello Zodiaco, un folto numero di ninne-nanne tratte dal nostro folklore.
Negli anni seguenti incide, tra l’altro, alcune delle famose 2Filastrocche in cielo e in terra” di Rodari, messe in musica da Savona (Zodiaco, 1972); una raccolta di “Canti popolari vicentini” (Cetra 1975); una selezione di “Canzoni dal battello del settecento veneziano” (Divergo, 1977); e l’album “Un asinello di nome Platero”, contenente brani tratti da “Platero y yo” di jmenez (Zodiaco 1979).
Collabora inoltre, tra il 1979 e il 1980, al coordinamento artistico della registrazione discografica di alcune “Fiabe italiane” di Italo Calvino.
Nel 1984 incide, con Savona, vari brani per il libro-cassetta della Ricordi di “Filastrocche da cantare”, di Rodari-Savona-Luzzati e, nel 1988, le ninne nanne di “Terra e luna” (testi di Diana Lupi, musiche di Savona) pubblicate dalla Nuova EdiBimbi.
Scrive anche, nel frattempo, diversi testi di canzoni che vanno ad arricchire il repertorio dei Cetra “Il venditore di fichi d’India”, “I tigrotti della giungla”, “Tutte le notti verso l’una”, “Il Reame di Rolanti” e , tra i più recenti, “I tempi della vecchia radio”, in collaborazione con Giacobetti e “L’amore non ha tempo” per il disco autobiografico “Una lunga tastiera” (Palladium-Panarecord, 1985).
Nel 1989-90 incide “Vivi le fiabe” (sigla dell’omonima serie di fiabe europee edite dal Gruppo EdiCart) e cura una compilation di 16 brani da lei registrati per La Voce del Padrone negli anni 1950-51 con Franco Cerri, tra cui “Le tue mani”, “E’ l’alba”, “September Song”, “Cheveux dans le vent”, “Stretti cuor a cuor”, “La storia di Mimì”, “Mani che si cercano”, “My dreams is yours” (Emi Collana “Bella Italia”).
ANTONIO VIRGILIO SAVONA
Antonio Virgilio Savona, pianista, compositore, autore di testi, arrangiatore, storico componente del Quartetto Cetra è nato a Palermo il 1 gennaio del 1920.
A sei anni inizia a Roma gli studi musicali con la prof. Renata Paroni.
A otto canta nel Coro “Adelaide Cairoli” diretto da N. Pupilli Alemanni.
A dieci debutta all’EIAR improvvisando un brano al pianoforte nel programma radiofonico “Il Giornalino del Fanciullo”.
Frequenta il ginnasio e il liceo prima al “Mamiani”, poi al “Tasso” e poi al “Visconti”.
Nel 1937 si iscrive al Conservatorio di Santa Cecilia, dove frequenta la classe di pianoforte del M° Renzo Silvestri.
Qui si dedica anche alla saggistica e critica musicale collaborando al “Giornale dello Spettacolo”, “Fronte unico”, “L’Eco del Cinema”.
All’inizio degli anni Quaranta scrive le sue prime canzoni per il gruppo editoriale Diapason-Onda-Radiomelodie.
Nel ’41 entra a far parte del Quartetto Cetra.
Nel ’44 sposa la cantante Lucia Mannucci, che tre anni dopo diventerà essa stessa componente dei Cetra.
Scrive per il gruppo e per la Mannucci la musica della maggior parte delle canzoni e ne cura gli arrangiamenti vocali e le strumentazioni.
E’ anche autore delle musiche originali di diversi programmi radiofonici e televisivi, spettacoli teatrali e film.
Nel 1969 fonda con il M° Armando Sciascia “I Dischi dello Zodiaco” e ne cura per oltre un decennio parte della produzione, orientata verso la canzone socio-politica, la ricerca etnomusicologica e le opere di propedeutica musicale.
Dal 19771 lavora per la TSI (Televisione Svizzera Italiana) come autore e sceneggiatore di vari programmi musicali di impegno culturale.
Dal 1974 al ’78 collabora con l’etichetta discografica “Produzioni d’Essai” (Divergo) come pianista, arrangiatore, direttore d’orchestra e/o produttore.
Nel 1975 dà vita, a Milano, al “Gruppo Sperimentale di Musica Popolare” , col quale realizza varie registrazioni.
L’anno seguente inizia un’intensa collaborazione con Michele L. Straniero raccogliendo sistematicamente i canti popolari, sociali e politici del nostro Paese e pubblicandone accurate antologie per vari editori.
Nel 1977/78 cura per i Dischi Cetra alcuni album per le serie “Regionale” e “Folk”.
Dal 1981 firma libri di ricerca scientifica sul canto popolare infantile, rispondendo alla crescente domanda di idonei strumenti di lavoro per l’educazione musicale nelle scuole.
Nel 1982 compone, su commissione di Luciano Berio, “l’Opera delle Filastrocche” su testi di Gianni Rodari.
La prima esecuzione ha luogo nel 1983 al Teatro della Pergola nell’ambito del 46° Maggio Musicale Fiorentino, con D. Lumini, L.Settimelli, C. Lawerence, il Gruppo Madrigale della Scuola di musica di Fiesole diretto da J. Pierini e il quartetto rock-jazz “Classic & Present”. L’orchestra sinfonica è diretta dal M° Dini Ciacci, le scene sono di E. Luzzati, la regia di T. Conte. L’opera sarà replicata a Lugano, con varianti nel cast, nel Luglio’85 (per la TSI); e a Pesaro, nella versione curata dal “Gruppo Musicaparole”, nel Marzo 1990 al Teatro Comunale.
Nel 1985 allestisce nel Palazzo dell’Arengario a Milano, con M.L.Straniero , “Segno & Canzone ” (Ottant’anni di Grafica, moda e costume nelle copertine degli spartiti di musica leggera) per l’organizzazione “Milano Suono”.
Dal 1988 collabora con il Gruppo Editoriale EdiCart, firmandone varie opere librarie di carattere divulgativo o didattico e curandone le colonne sonore delle relative musicassette.
Per lo stesso gruppo, dal 1989 al ’91 elabora, i commenti musicali per una lunga serie di famose fiabe europee, abbinando a ciascuna di esse temi melodici popolari tratti dal rispettivo folklore.
Nel 1991 scrive per l’editore Sperling & Kupfer un libro autobiografico dedicato ai Cetra.
Dal 1942 è iscritto dal 1942 alla SIAE, Sezione Musica, con successive estensioni alle Sezioni DOR e Lirica, ne viene nominato Socio nel 1956.
E’ membro della Commissione per gli Albi Professionali dell’Unione Nazionale Compositori Librettisti Autori.
TATA GIACOBETTI
Cantante e autore di testi Giacobetti nasce a Roma il 24 giugno 1922 e qui muore il 2 dicembre 1988.
Fondatore del Quartetto Cetra.
Musicista autodidatta, comincia presto a cantare in serate goliardiche, mentre ancora studiava scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma.
La sua passione per il jazz lo induce nel 1941 a tentare di dar vita a una formazione vocale, un quartetto maschile ispirato ai Mills Brothers, e che – formato da Enrico Gentile, dallo stesso Giacobetti, da Jacopo Jacomelli e da Enrico De Angelis – nascendo si chiamerà Egie, dalle iniziali dei nomi di battesimo dei suoi quattro componenti.
Come autore di testi Giacobetti costituisce per molto tempo una coppia formidabile con Gorni Kramer, e firmerà molti dei maggiori successi del Quartetto Cetra.
La sua firma sarà unita a quella di molti altri compositori, tra cui Mojoli, D’Anzi, Segurini, Trovajoli, Rossi.
Ma è soprattutto collaborando con Virgilio Savona che troverà le soluzioni migliori e la propria vena lirica più autentica, pur nel tono ilare e scanzonato della produzione, che rimarrà una delle caratteristiche più argute e originali del Quartetto Cetra del periodo d’oro.
Con i Cetra i Giacobetti si prodiga come attore e interprete di rara eleganza nelle numerose parodie e nei famosi centoni che riproducono, facendone il verso, tutte le forme e i generi dello spettacolo, non soltanto musicale.
Tra i suoi testi di maggior successo ricordiamo “Black And Jonny” (1946), “Che mele” (1950), “Amico Bing, non piangere” (dedicata nel 1953 a Bing Crosby in occasione di un suo grave lutto), “Ricordate Marcellino” (1956), “Un disco dei Platters” (1958), “Il testamento del Toro” (1960), “Però mi vuole bene” (1962), “Sole, pizza e amore” finalista al Festival di Sanremo nel 1963).
Nel 1964 si sposa con l’attrice Valeria Fabrizi, dal quale ha una figlia, Giorgia.
FELICE CHIUSANO
Felice Chiusano, cantante, nasce a Fondi in provincia di Latina il 28 marzo 1922 e muore a Milano il 3 febbraio 1990.
Dopo aver studiato la chitarra da autodidatta e aver fatto le prime esperienze al suo paese come “portatore si serenate”, si trasferisce a Roma con un piccolo impiego alla Lux Perpetua.
Nelle ore serali lavora come cantante-chitarrista in diversi locali della capitale, affinando le sue doti di stornellatore all’italiana e creandosi un vasto repertorio.
Nel 1941 si iscrive a uno dei tanti concorsi per nuove voci banditi dall’EIAR, ma alla prima audizione non viene accettato.
Al secondo tentativo, quando tra i concorrenti c’è anche il nuovissimo Quartetto Egie, con Tata Giacobetti e Virgilio Savona , nucleo del futuro Quartetto Cetra, l’Eiar lo ammette alla scuola di canto diretta dal maestro Carlo Prato, e dopo un breve tirocinio lo dichiara idoneo per le emissioni radiofoniche.
Felice Chiusano si vede così assegnato al gruppo di cantanti a disposizione delle orchestre di Radio Roma, e subito conquista le simpatie del pubblico con “Juna” e “Bella signoriba dal giubbetto rosso”.
I suoi compagni di scuderia sono, all’inizio del 1942, Tina Allori, Marcella Lumini, Ivan Giacchetti, Lucia Mannucci, il neonato Quartetto Cetra, Jone Cacciagli, Norma Bruni e altri esordienti come Lella Valli, il Trio Capinere e Nuccia Galimberti.
Nel giugno di quello stesso anno viene chiamato a sostituire uno dei Cetra chiamato sotto le armi, Enrico Gentile.
Dopo qualche esitazione Chiusano accetta e ha così inizio la sua quasi cinquantennale avventura col più duraturo e famoso complesso vocale italiano, nel cui ambito egli non rinuncerà mai totalmente alla sua prerogativa di cantante solista, trasformandosi in un animatore pieno di verve con un senso innato della battuta umoristica e della situazione comica.
Intanto ha perso i capelli e diventa “il pelato” dei Cetra, un personaggio ben riconoscibile e amato dal pubblico, prodigandosi anche come attore nelle numerose e fortunate parodie che il Quartetto inscena sui canovacci di celebri film e romanzi popolari, da “Via col vento” a “I tre moschettieri”.
Riprenderà a cantare come solista tra il 1981 e il 1984, quando i Cetra presenteranno una sorta di enciclopedia della canzone italiana di questo secolo dagli studi dell’emittente televisiva privata Antenna Tre Lombardia.
Negli anni Settanta e Ottanta, trasferita la sua residenza a Teglio, in provincia di Sondio, si dedica qui all’organizzazione di spettacoli e manifestazioni culturali con interventi assai apprezzati in tutto il circondario, dalla stessa Sondrio a Morbegno a Berbenno.
A Teglio Chiusano provvede alla costituzione di un nuovo e attivissimo Gruppo Folkloristico.
Lo stesso fa nella nativa Fondi, nonché a Moneglia (Genova), dove per molti anni soggiorna e si fa apprezzare come infaticabile organizzatore culturale.
La morte lo coglie in piena attività.
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