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Attività svolte nel 2015 – XXIII anno di attività

Edizione del: 31 dicembre 2015

2015ANNIVERSARIO UCCISIONE AGENTE DI POLIZIA FAUSTO DIONISI DA PARTE DEI TERRORISTI DI PRIMA LINEA

Il Presidente Franco Mariani ha partecipato il 20 gennaio alla annuale cerimonia – prima alla tomba al cimitero di Peretola, poi nella cappella della Questura, e poi in via delle Casine, luogo dell’agguato – in ricordo del Agente di Polizia Fausto Dionisi, ucciso durante un agguato al carcere delle Murate da parte di un commando di terroristi di Prima Linea.

L’anno 2015 è stato tutto impegnato alla preparazione delle cerimonie per il 50° Anniversario dell’Alluvione di Firenze – che cadrà nel 2016 – ma che nello spirito della nostra Associazione non può limitarsi al solo periodo, ma deve essere celebrato degnamente e con varie iniziative durante tutto l’anno.

Inoltre nel 2013 il Presidente Franco Mariani è stato contattato dal Maresciallo dei Carabinieri in pensione, Francesco Liberatore Memoli, per un aiuto organizzativo nel preparare il 1° Raduno dei Carabinieri alluvionati del 59° Corso (1966) della Scuola Allievi Sottufficiali di Piazza Stazione che ritorneranno a Firenze per la prima volta dopo 50 anni dalla tragica alluvione.

L’Associazione sta da allora prestando tutta l’assistenza possibile per garantire la loro partecipazione agli eventi ufficiali del 50° e perchè possano loro stessi avere delle cerimonie proprie, oltre a poter ritornare all’interno della loro scuola e consumare un pranzo, nel ricordo del tragico pranzo del 4 novembre 1966.

Quasi quotidiani sono i contatti telefonici e via e-mail del Presidente Mariani con Memoli che a sua volta ha avuto, nel corso dell’anno, numerosi incontri ufficiali con autorità cittadine.

APPELLO AGLI EX ALLIEVI DEL CORSO 1966 SCUOLA SOTTUFFICIALI CARABINIERI DI FIRENZE: IL 4 NOVEMBRE 2016, TORNATE A FIRENZE INSIEME ALLA CITTA’ CELEBREREMO IL 50° DELL’ALLUVIONE

Appello ai 700 Allievi Sottufficiali dei Carabinieri alluvionati del 1966 – Già ritrovati circa un centinaio – Maxi raduno di 4 giorni nel 2016 in ricordo di quanto vissuto 50 anni fa

Dopo gli Angeli del Fango, protagonisti nel 1996 e nel 2006, di due Raduni, rispettivamente nel 30° e 40° dell’Alluvione di Firenze del novembre 1966, per le nozze d’oro, in occasione del 50°, nel 2016, a tornare da protagonisti a Firenze per rivivere tutti insieme l’impegno profuso da giovani in aiuto alla città e alla popolazione colpita dall’alluvione saranno i 700 giovani Allievi Sottufficiali Carabinieri del 59° corso della scuola di Piazza Stazione.

A lanciare l’appello a ben 700 loro colleghi (che all’epoca avevano tra i 18 e i 26 anni), per farsi vivi e iscriversi al raduno, sono quattro veterani dell’Arma, con in testa l’ideatore e portavoce nazionale, Liberatore Francesco Memoli, che oggi a Firenze hanno tenuto un’apposita conferenza stampa presso l’Hotel Mediterraneo dove alloggeranno a novembre 2016.

700 baldi giovani che all’epoca non solo si misero ad aiutare la popolazione alluvionata, ma anche, come in qualche caso, salvarono vite umane dalla furia delle acque.

Sono diversi mesi che questi Carabinieri in pensione, grazie all’impegno particolare di Liberatore Francesco Memoli, si stanno organizzando sia facendosi ospitare sulle oro riviste ufficiali “Il Carabiniere”, per l’Arma in servizio, e “Le Fiamme d’Argento”, per l’Arma in congedo, e sia sfruttando il mezzo moderno “facebook”, senza trascurare quello classico sempre valido del “passa parola”, ciò pur di tornare a Firenze nel 2016, quando cadrà il 50 Anniversario.

In questo sono aiutati dall’Associazione Firenze Promuove, presieduta dal giornalista Franco Mariani – ente che dal 1994 organizza le cerimonie annuali dell’alluvione – che dà loro aiuto logistico ed organizzativo al fine di poter tornare a visitare il chiostro e gli stanzoni in cui vivevano nel 1966, e che oggi fanno invece parte del museo comunale di Santa Maria Novella, oltre a partecipare alle cerimonie ufficiali che saranno organizzate per il Cinquantenario.

Per rispondere all’appello ed avere tutte le informazioni necessarie bisogna chiamare ai seguenti numeri: 3381928173 – 3462241282 – 3311213697 – 3471746510 oppure inviare una a e-mail a memolifra@alice.it – giorgiodonato@libero.it – gianprimo.novelli@gmail.com — salvoraga@hotmail.it

“Nei precedenti decennali dell’Alluvione – ha dichiarato il coordinatore Liberatore Francesco Memoli – noi Allievi Sottufficiali di allora non siamo stati mai ricordati dalle Istituzioni e per questo, in vista del 50mo, quando ormai potrebbe essere l’ultima occasione per molti di noi, abbiamo sentito forte il desiderio di esserci, in quanto, avendo vissuto per un anno nella storica Scuola di Piazza Stazione, ci siamo sentiti fiorentini anche noi, sia pure pro tempore, e per questo siamo stati, e ci sentiamo, anche fiorentini alluvionati. In più, abbiamo assicurato aiuto alla popolazione, vigilato sulla città, specialmente di notte, oltre a rimettere in sesto anche la stessa Scuola, che subì notevoli danni. Noi, nel 2016, torneremo a Firenze non da Sottufficiali, ma da allievi alluvionati, con la specifica intenzione di rivivere e rigustare quei momenti che abbiamo vissuto in maniera molta intensa”.

E’ ormai quasi un anno che i coordinatori stanno organizzando l’evento, che ha incominciato a dare i primi frutti, visto che hanno già risposto all’appello in oltre 100 ex allievi, tra cui l’allora Comandante della Scuola, Colonnello Mario Serchi, Medaglia d’Argento al Valor Civile proprio per un atto eroico durante l’alluvione, poi diventato Generale di Corpo d’Armata.

Della Medaglia d’Argento al Valor Civile fu insignito anche l’allievo Battista Mazzocchetti, arrivato al grado di sottotenente, il quale, in via della Scala salvò, con sprezzo del pericolo, una persona in grave difficoltà.

Questo è uno tra i tanti episodi di salvataggio spesso non ricordati, o di cui non si ha notizia, rientrando “nella normale” attività di servizio istituzionale dell’Arma, che ha visto il “riconoscimento” con la Medaglia al Valore Civile.

“Sarà importante questo loro ritorno – ha dichiarato il Presidente di Firenze Promuove , Franco Mariani – perché servirà a mettere a fuoco che oltre all’ “esercito” degli Angeli del Fango, già ricordati nel 30 e 40 anniversario, ci fu un vero e proprio esercito di soldati, carabinieri, avieri, che di stanza nel capoluogo toscano, sia per il servizio militare, sia per motivi di studio, da subito furono impegnati nell’aiuto dell’inerme popolazione. Il loro ritorno permetterà di avere nuove notizie e racconti su eventi che ancora oggi non sono mai stati raccontati, e che sono stati vissuti da loro in prima persona, con la spregiudicatezza di chi all’epoca aveva poco meno di vent’anni. Nella mostra fotografica ufficiale organizzata dalla nostra Associazione, che si aprirà sabato prossimo e che fino al 15 novembre sarà visibile nell’atrio della Basilica della Santissima Annunziata, alcuni pannelli raccontano quanto da loro vissuto”.

E la città si sta già muovendo per accoglierli al meglio: l’Ataf darà loro la possibilità di utilizzare per i 4 giorni tutti i mezzi pubblici e i bus turistici bipiani ad un prezzo speciale; Così pure farà il Grand Hotel Mediterraneo che li ospita; la Scuola permetterà loro di consumare un pasto nella loro ex mensa; l’Arcivescovo Ordinario Militare celebrerà per loro una speciale messa nella Basilica di Santa Maria Novella; avranno un posto d’onore nelle varie cerimonie ufficiali e prenderanno parte alle cerimonie militari del 4 novembre. Praticamente, saranno ricevuti con tutti gli onori.

E per preparare quei giorni – che già si annunciano straordinari e storici – da lunedì scorso, ad oggi pomeriggio sono a Firenze 4 dei 5 membri del Gruppetto Organizzatore, i quali, oltre ai vari sopralluoghi operativi sono stati ricevuti dal Vice Sindaco Cristina Giachi, dal Prefetto Alessio Giuffrida, dal Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, dall’attuale Generale Comandante della Scuola, Aldo Visone, dal Comandante Provinciale, Colonnello Marco Lorenzoni e dal Questore, dottor Raffaele Micillo.

“Ringraziamo – ha detto Memoli – tutte le Autorità che ci hanno ricevuto con grandi onori, consci dell’importanza che questo evento avrà non solo per la città di Firenze, ma per la Storia del nostro Paese, che rivivrà, una delle sue pagine più importanti, anche grazie alla nostra partecipazione”.

Intanto, su Facebook, gli ex commilitoni si incontrano virtualmente in attesa di ritrovarsi di persona a Firenze nel novembre 2016.

Lì, su quella pagina elettronica, pubblicano le loro foto in divisa di quando frequentavano la Scuola di Piazza Stazione, oltre a numerosi ricordi di quei giorni.

A settembre, dopo un incontro nel mese di luglio, l’Associazione ha ufficializzato, con una conferenza stampa in Palazzo Vecchio, la collaborazione con il Comune di Firenze – Consigli di Quartiere 1 2 3 4 5 per l’organizzazione della mostra ufficiale fotografica – la terza dal 1994 – promossa da Firenze Promuove e curata dal giornalista Franco Mariani con la collaborazione del collega Mattia Lattanzi.

Questo il Comunicato Stampa emesso da Palazzo Vecchio:

AL VIA LE INIZIATIVE PER RICORDARE I 50 ANNI DELL’ALLUVIONE DI FIRENZE

Iniziative nei 5 quartiere fiorentini. Appello ai cittadini per il prestito di ulteriori immagini e documenti sull’evento

I presidenti dei cinque Consigli di quartieri di Firenze hanno presentato le prime iniziative per i 50 anni dell’alluvione di Firenze che ricorre il 4 novembre 2016.

“Puntiamo a creare una serie d’eventi concatenati – spiega il presidente del quartiere 1 Maurizio Sguanci – che partendo da Rovezzano arriveranno a Brozzi abbracciando tutta la città. Lanciamo un appello ai fiorentini: le sedi dei Consigli di quartiere sono pronti a ricevere immagini o documenti che ricordano quell’immane tragedia che sconvolse Firenze. Noi li duplicheremo e li renderemo ai proprietari. Abbiamo già molto materiale ma vorremmo implementarlo e siamo convinti che ci siano ancora foto inedite o storie da raccontare. Organizzeremo incontri con le scuole per far conoscere alle giovani generazioni cosa accadde 50 anni fa e, contemporaneamente, vorremmo realizzare anche iniziative legate all’acqua ed al rischio idrogeologico”.

Per Michele Pierguidi “ricordare l’alluvione è ricordare come siamo noi, persone fortunate di essere nate a Firenze. Sarà importante coinvolgere tutte le scuole – aggiunge il presidente del quartiere 2 – che inviteremo a visitare la mostra fotografica”. Sarà importante il contributo dei fiorentini.

“Partiamo in anticipo – continua il presidente del quartiere 3 Alfredo Esposito – perché desideriamo coinvolgere più persone possibili. La zona di Gavinana fu profondamente colpita dall’alluvione. Ho parlato con tanti negozianti. Alcuni c’erano allora e sono ancora in attività, in altri casi ci sono i figli o conoscenti di chi ha vissuto quella tragedia. Facciamo veramente un appello per avere foto, documenti o testimonianze”.

Mirko Dormentoni, presidente del quartiere 4, ha già individuato i luoghi dove si terranno le celebrazioni “in piazza dell’Isolotto ed in piazza Pier Vettori. E’ un progetto che nasce dal basso e che coinvolgerà anche i comitati e, soprattutto, i ragazzi delle scuole anche su come vivere il fiume Arno”.

L’importanza di coinvolgere tutta Firenze è stato ribadito da Cristiano Balli. “Si ricordano sempre gli Angeli del fango e di come fu salvato il Cristo del Cimabue ma anche i borghi furono alluvionati da Brozzi a Quaracchi fino a Peretola. Il ricordo dei 50 anni dall’alluvione – conclude il presidente del quartiere 5 – è fatto anche da tante storie nate nelle case del popolo o negli oratori parrocchiali. E’ nostro impegno mettere insieme questa “memoria” e farla conoscere alle scuole”.

Le iniziative partiranno con la mostra fotografica dell’associazione Firenze Promuove, presieduta da Franco Mariani, che dal 30 ottobre esporrà in piazza SS. Annunziata e che concluderà il tour nel 2016 in piazza Santa Croce.

AL VIA LA MOSTRA FOTOGRAFICA UFFICIALE PER IL 50° DELL’ALLUVIONE DI FIRENZE DEL 1966 CON NUOVO MATERIALE INEDITO, MAI ESPOSTO FINO AD OGGI

Per un anno, fino al dicembre 2016, girerà la città per essere ospitata in varie sedi.

Al via le celebrazioni per il 50° Anniversario dell’Alluvione di Firenze del 1966 con la mostra fotografica ufficiale del 50° organizzata dall’Associazione Firenze Promuove, che dal 1994 organizza annualmente le celebrazioni dell’Alluvione, in collaborazione con il Comune di Firenze-Quartieri 1 2 3 4 5.

La mostra è rimasta esposta da sabato 31 ottobre a domenica 15 novembre 2015 nel chiostro antistante la Basilica della Santissima Annunziata – dove si è recato in visita Papa Francesco – con orario 7,30-12,30 e 16-18,30 con ingresso gratuito. Infoline 328/8785360.

Ha inaugurato la mostra il Sottosegretario alla Pubblica Istruzione On. Gabriele Toccafondi.

Oltre 50 pannelli, curati dal giornalista Franco Mariani, storico dell’alluvione e Presidente di Firenze Promuove, assieme al giornalista Mattia Lattanzi, con tanto materiale inedito, grazie alla collaborazione dell’Archivio del Comune, e tante nuove informazioni e storie, mai raccontate, sul tragico evento.

La mostra presenta foto a colori e in bianco e nero dell’alluvione e del dopo alluvione, fino ad arrivare alla storica visita di Papa Paolo VI la notte di Natale del 1966, 50 giorni dopo l’inondazione. Tra i documenti inediti i principali giornali nazionali dell’epoca, oltre alle pagine del quotidiano La Nazione, e foto provenienti dagli archivi della Scuola Sottufficiali dei Carabinieri di Piazza Stazione e della Scuola di Guerra Aerea delle Cascine, oltre a foto di privati cittadini.

Questa è la terza mostra curata da Franco Mariani e Firenze Promuove; le prime due sono state per il 30° e 40°, rispettivamente nel 1996 e 2006. La prima mostra, inaugurata dall’allora Assessore Eugenio Giani, che per primo riconobbe l’importanza di tale documentazione, fu visitata da oltre 110mila persone, di cui 55mila stranieri.

La mostra, in questa prima esposizione, è stata visitata da oltre 20mila visitatori, di cui quasi la metà stranieri.

Molte le firme e soprattutto i commenti lasciati da buona parte dei visitatori nel registro ufficiale.

Tanti hanno scritto “io c’ero”, “io l’ho vissuta”, oppure “ex Angelo del Fango” accanto al proprio nome cognome, in alcuni casi specificando di aver lavorato al recupero dei “documenti alluvionati”.

Grazia C. e Carlo G., marito e moglie, scrivono: “Complimenti per la ricerca attenta e accurata, per tramandare un periodo di Firenze diventato STORIA”.

Cristina P. scrive: “Complimenti, ottimo documento di memoria per chi non l’ha vissuta”.

Alberto M. “utile rivedere queste cose, un vero disastro!!!!”; Francesca N. “Complimenti! La memoria storica deve vivere”; “Mostra impressionante” scrive un visitatore spagnolo.

Particolare – in pieno stile fiorentino – alcuni commenti:

Carla P. scrive “Però se ne venne fuori! E senza tanti piagnistei”;  un altro visitatore: “una tragedia raccontata con rigore… ma che cosa  è stato fatto per evitare che possa ripetersi?”.

Sonia F. invece ricorda che aveva 3 anni “e dalla mia finestra del 1° piano mi ‘divertivo’ a giocare con l’acqua”, invece un’altra, non identificabile la firma, scrive “Ero una bambina calabrese e ho pianto guardando la tv. Ancora oggi soffro; ancora di più per i retroscena svelati ora in questa mostra”.

Elena G. invece sottolinea come “quanta pena in quei giorni!!! Avevo 20 anni e le cose si vedevano in maniera diversa. Ora si riesce a capire in pieno quello che successe”.

“Momenti drammatici pieni di solidarietà”, scrive un inidentificabile visitatore;

IN UN SOLO GIORNO OLTRE 500 I SELFIE CON PAPA FRANCESCO PIU’ GLI ANZIANI CHE I GIOVANI ALLA BASILICA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA

Sono stati oltre 15.000 i visitatori della prima settimana di mostra sull’alluvione del 1966.

Da ieri, sabato 7 novembre, alla Basilica della Santissima Annunziata è possibile farsi un selfie con Papa Francesco.

Nell’atrio della Basilica l’Associazione Firenze Promuove, dove l’Associazione da una settimana sta esponendo la mostra ufficiale per il 50° dell’Alluvione del 1966 – che nella prima settimana ha registrato oltre 15mila visitatori –  ha posto una gigantografia, a grandezza naturale, di Papa Francesco per dare modo ai tanti fiorenti e turisti che vogliono farsi un selfie con Papa Francesco di poterlo fare.

E in un solo giorno sono stati scattati oltre 500 selfie, in prevalenza da turisti spagnoli, americani, ed inglesi.  Molti anche gli italiani. La cosa che colpisce di più è che sono gli anziani piuttosto i giovani a farsi i selfie.

Una signora italiana di circa 70 anni, si è scattata da sola, e poi facendosi aiutare anche da altri turisti, non meno di 30 foto, in tutte le posizioni ed espressioni, prima di trovare quella giusta, secondo lei, per essere postata sul suo profilo facebook.

“Abbiamo voluto pensare – ha detto il Presidente di Firenze Promuove, Giornalista Franco Mariani – ad un modo carino per dare ai fiorentini la possibilità di ‘avere’ un selfie con Papa Francesco, visto che non credo poi che alla fine di martedì prossimo, quando il Papa ritornerà in Vaticano, saranno molti i fiorentini che avranno avuto questa possibilità; ma è anche un modo, a nostro avviso simpatico, per dare l’opportunità ai fiorentini, che potranno postarsi il selfie sui rispettivi profili sui vari social network, per salutare l’arrivo di Papa Francesco a Firenze. Poi in realtà, già ieri, primo giorno, ma anche oggi, secondo giorno, ci stiamo accorgendo che sono più i turisti, anche italiani, che non mancano di farsi i selfie, e in particolare le persone anziane piuttosto che i giovani”.

Farsi il selfie non è costato niente, è gratuito, bastava solo firmare il registro dei visitatori della mostra.

E’ stato possibile farsi il selfie dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, tutti i giorni, fino al 15 novembre.

Martedì 10, giorno della visita del Papa, la Basilica ha aperto alle ore 15 circa.

FIRENZE RICORDA IL CARDINALE FLORIT NEL 30° DELLA MORTE

Cerimonia in Duomo alla presenza dei parenti  – che si sono rivolti a Firenze Promuove e al Presidente Franco Mariani per organizzare il ricordo del Cardinale Florit – e delle autorità il prossimo 8 dicembre, mentre a febbraio importante seminario organizzato da Diocesi e Facoltà Teologica dell’Italia Centrale –  I ricordi dei Cardinali Betori e Piovanelli – Il Comune nel 2001 consegnò ai parenti un riconoscimento a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento.

L’ 8 dicembre si è ricordato il 30° anniversario della morte, avvenuta alle prime ore del mattino dell’8 dicembre 1985, del Cardinale Ermenegildo Florit, Arcivescovo di Firenze, che dal 1962 al 1977 resse l’Arcidiocesi, arrivando nel 1954 come Arcivescovo Coadiutore del Cardinale Elia Dalla Costa.

Alle ore 12,20 circa, al termine dell’omaggio alla Madonna alla Loggia del Bigallo, alla presenza dei parenti del Cardinale Florit, si è tenuta, alla presenza delle autorità cittadine un omaggio alla tomba del Porporato, sepolto in duomo nella cripta degli Arcivescovi.

La cerimonia è stata presieduta dal neo Vicario Episcopale per il Clero e Proposto della Cattedrale, Mons. Giancarlo Corti, in quanto il Cardinale Betori era in Vaticano per partecipare all’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco.

A causa del piccolo luogo e della difficoltà di accesso, non è stato possibile l’ingresso ai fedeli.

La Chiesa fiorentina e la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, istituzione per cui Mons. Florit si è speso tanto e da lui tenacemente costruita “mattone su mattone”, lo ricorderanno a febbraio con un importante seminario di studio sul tema: “L’attività e il contributo teologico-pastorale del Cardinale Ermenegildo Florit per la Chiesa universale. Dal Concilio Vaticano II al rinnovo del Codice di Diritto Canonico, attraverso il Catechismo olandese e la traduzione italiana della Bibbia”. Il convegno si terrà a febbraio 2016 nell’aula magna del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze.

Del suo precedessore, l’attuale Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, ha detto: “Il Cardinale Ermenegildo Florit ha retto questa diocesi negli anni scorsi, e ha rappresentato al tempo stesso una figura significativa nel panorama accademico delle scienze ecclesiastiche come professore nella Facoltà Teologica della Pontificia Università Lateranense. Ma è soprattutto come vescovo a cui deve molto il Concilio Vaticano II, in modo particolare per la stesura della costituzione conciliare Dei Verbum. Questo mi sembra molto significativo per noi, perché aimè la figura del Cardinale Florit, qua a Firenze, rischia di essere racchiusa in una cornice molto ristretta che è quella delle vicende tristi e amare dell’Isolotto, in cui egli ebbe un ruolo assai significativo nella difesa della identità della Chiesa cattolica, dovendo soffrire molto al riguardo, e non essendo premiato neppure, direi, dalla storiografia successiva, in questa sua difesa della identità della Fede e della disciplina ecclesiastica. E tuttavia direi che Florit è molto più di questo”. Betori non ha dimenticato di sottolineare anche i vari interventi sul piano pastorale, “che hanno qualificato” i suoi anni di servizio a Firenze e la co-presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, “un ruolo di rilievo nell’episcopato italiano. A questa figura mi piace dare omaggio riconoscendo il ruolo di un grande Arcivescovo qui a Firenze e per la Chiesa universale”.

Nel 2001 il Comune di Firenze, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, tramite l’allora Assessore alla Protezione Civile, Eugenio Giani, consegnò alla nipote del Cardinale, la signora Marilena Florit Travagliati, e con la partecipazione di altri parenti, un riconoscimento alla memoria di Florit, per iniziativa sempre di Firenze Promuove, opera dell’artista fiorentino Galeazzo Auzzi.

A Firenze, in questi anni, e soprattutto dal 1995, il ricordo del Cardinale Florit è stato sempre portato avanti dall’Associazione Firenze Promuove assieme ai parenti del Cardinale: in quell’anno organizzò un convengo regionale a Firenze e una cerimonia alla tomba del Cardinale, con la presenza dei Sindaci di tutti i Comuni della diocesi e dei presidenti di tutte le province toscane, con i rispettivi gonfaloni, mentre risale al 1998 la pubblicazione del libro del vaticanista Franco Mariani “Il Cardinale Ermenegildo Florit: per grazia di Dio e della Sede Apostolica 86° Arcivescovo di Firenze”, che ancora oggi rimane l’unica biografia completa su Florit, donato dall’Associazione a tutte le biblioteche comunali e statali di Firenze.

L’Associazione nel 2003 ha poi donato al Comune di Firenze, per tutte le biblioteche comunali, una copia del libro “Il Cardinale Ermenegildo Florit: un Vescovo tra fedeltà e novità” con gli atti del convegno del 2002 tenuto ad Udine nel centenario della nascita e che si trova anche nelle 61 biblioteche più importanti del Friuli.

“È importante ricordare – disse l’Assessore Giani nel suo intervento – la figura del Cardinale Ermenegildo Florit, che nel lontano 1966, quando ancora parlare di Protezione Civile era parlare di qualcosa di astratto, ha messo in piedi, a Firenze, la prima unità operativa di Protezione Civile. Un fiorentino acquistato che in 23 anni di permanenza ha saputo mettersi in discussione con una città particolare come è Firenze, sia con la Firenze Ecclesiale che con quella Civile”.

Negli ultimi 15 anni anche il Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo Emerito di Firenze, più volte ha ricordato la figura di Florit: “Ha avuto il coraggio di dire la verità, e fu crocifisso”, disse Piovanelli nel dicembre 2002, a Udine, commemorando in un convegno per il centenario della nascita, il Cardinale Ermegildo Florit. Florit era buono era di una grande bontà. Si è trovato in un momento difficile, non soltanto per la chiesa fiorentina, ma per la Chiesa in generale. Un periodo estremamente polemico, contestatario. Chiunque fosse stato Arcivescovo in quel momento ci avrebbe rimesso le penne. Lui ha vissuto tutta la vicenda secondo la fede, e ha dato a tutti noi un grandissimo esempio. È stato sulla croce”.

“La morte – scrisse invece Piovanelli alla morte di Florit – ponendo un invalicabile distanza fra noi e la persona defunta, ci dà modo di renderci maggiormente conto del dono che, in quella persona, l’amore di Dio ha fatto a noi e alla Chiesa intera. L’episcopato del Cardinale Florit è stato caratterizzato dalla celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, a cui sembra legarlo persino la morte, avvenuta proprio il giorno in cui a Roma si chiudeva solennemente il sinodo straordinario dei vescovi sul Concilio a vent’anni dalla sua conclusione. Sacerdoti e laici, collaboratori vicini o a distanza, dobbiamo forse riconoscere di non aver amato abbastanza”.

Piovanelli, ricordando recentemente anche i fatti legati a Don Milani, ha sempre sottolineato che “Florit non c’entrò per niente nel trasferimento di don Lorenzo Milani a Barbiana, essendo arrivato da pochi mesi a Firenze, mentre all’Isolotto i fatti furono ingigantiti più del dovuto a causa soprattutto dei mass media che hanno fatto balzare alla cronaca quell’evento”.

Betori, prima di arrivare a Firenze, quando era Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha avuto modo di parlare in un occasione di Florit, che fu a capo della Cei e che curò la traduzione italiana della Sacra Bibbia per la Cei. “La revisione di quella traduzione – disse Betori – fu affidata alla guida del Cardinale Ermenegildo Florit. I criteri di revisione furono esattezza nel rendere il testo originale; precisione teologica, nell’ambito della stessa Scrittura; modernità e bellezza della lingua italiana; eufonia della frase, in modo da favorirne la proclamazione; cura del ritmo, con conseguente possibilità di musicarne i testi, specie i Salmi, di cantarli, di recitarli coralmente”.

E su tale traduzione intervenne, nel 1972 anche Papa Paolo VI: “Ben venga codesta preziosa primizia del volume della Sacra Bibbia nella sua nuovissima versione in lingua italiana, voluta e promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, mediante la paziente e sapiente fatica dell’esperto biblista Signor Cardinale Ermenegildo Florit, Arcivescovo di Firenze, coadiuvato da un competente comitato”.

“Il prossimo seminario – ha scritto la Facoltà nel comunicato stampa di presentazione dell’evento – ha lo scopo di far risaltare, ai fini di future ricerche e ulteriori approfondimenti, le tematiche che emergono dagli interventi magisteriali, dottrinali e pastorali del vescovo coadiutore del Card. Dalla Costa prima e dell’Arcivescovo di Firenze poi, il quale con ammirabile competenza e attenta dedizione offrì a tutta la Chiesa universale in varie occasioni dal 1958 al 1981. L’iniziativa nasce e si è resa estremamente utile e interessante a partire dal recente riordino delle carte e della documentazione dell’archivio dell’Arcivescovo, recentemente depositate nell’archivio storico arcivescovile. In tal modo questi documenti potranno diventare oggetto di studio e strumenti di ricerca. Proprio da queste carte, coloro che per primi hanno avuto modo di prenderne visione e di studiarne anche se rapidamente i contenuti, daranno conto in questo seminario del valore di questa attività episcopale e indicheranno piste di ricerca storico-teologica per il futuro. Collocando questi documenti nel contesto del rinnovamento ecclesiale vissuto nel Concilio e nel post-Concilio si potranno cogliere tanti possibili sviluppi di temi legati all’attività di un vescovo che seppe offrire contributi significativi per il rinnovamento biblico, teologico e pastorale di tutta la Chiesa”.

Gli interventi previsti sono:

  1. Florit al Concilio Vaticano II
  2. I Padri conciliari a Firenze per il Centenario di Dante (1965)
  3. Il card. E. Florit e i lavori della Commissione cardinalizia per la revisione del Catechismo olandese
  4. Il card. E. Florit e la traduzione italiana della Bibbia
  5. Il card. E. Florit e la revisione del Codice di Diritto Canonico

Il seminario – aperto a tutti, e con ingresso gratuito – si terrà nel mese di febbraio 2016 presso l’Aula Magna del Seminario Maggiore alla presenza del Cardinale Giuseppe Betori.

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