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Il 2007, dopo la partecipazione e la promozione della annuale cerimonia, il 20 gennaio, in ricordo dell’agente di Polizia Fausto Dionisi, barbaramente trucidato in un agguato di Prima Linea durante l’assalto al carcere delle Murate, è stato incentrato, fino al mese di luglio alla preparazione e organizzazione del Festival di Villa Basilica affidato dal Comune nuovamente alla gestione di Firenze Promuove e del suo Presidente Franco Mariani, nominato Direttore Artistico del Festival Nazionale.
FESTIVAL NAZIONALE DEL CINEMA, TEATRO, TELEVISIONE DI VILLA BASILICA (LU)
Nell’edizione 2007 del Festival Nazionale del Cinema, Teatro, Televisione di Villa Basilica viene organizzato un omaggio floreale alla tomba di una delle ultime grandi attrici italiane, Ave Ninchi, nel cimitero di Pomino, Comune di Rufina, in provincia di Firenze.
L’omaggio lo ha portato venerdì 13 luglio alle 11,30, il Sindaco del Comune di Villa Basilica, e la figlia dell’attrice, Marina Ninchi, accompagnati dal Comune di Rufina, e dal Presidente di Firenze Promuove e Direttore Artistico del Festival.
Nel decimo anno della sua scomparsa, infatti, la IX edizione del Festival nazionale del Cinema, Teatro, Televisione di Villa Basilica, in provincia di Lucca, in programma dal 12 al 14 luglio, ha deciso di omaggiare questa grande attrice italiana con il premio alla memoria, che è stato ritirato dalla figlia Marina Ninchi, anche lei attrice di successo.
Per una mattina il festival si è trasferito in provincia di Firenze per un dovuto omaggio floreale ad Ave Ninchi.
Ave Ninchi a Pomino viveva per diversi mesi all’anno, ogni qualvolta finiva di girare un film o una tourneè teatrale o uno spettacolo televisivo, in quanto era molto legata a questa frazione del comune di Rufina, in provincia di Firenze.
Era talmente legata a questa popolazione che ogni qualvolta vi tornava faceva pervenire in comune un assegno per le famiglie più bisognose, come ha confermato Luciano Martelli, testimone diretto di questi fatti tramite il padre, dipendente comunale, a cui Ave Ninchi richiedeva l’elenco delle famiglie che versavano in difficoltà.
L’altro evento speciale ha riguardato il 50° dello Zecchino d’Oro.
4 Sindaci assieme ai 2 vincitori della Toscana (1966 e 1989) hanno inaugurato a Collodi mostra nazionale con foto inedite, Gran Galà con tutti i 40 bambini toscani dello Zecchino e Cino Tortorella, Sabrina Simoni, Sorella Mariele Ventre.
Lo Zecchino d’Oro, la più importante rassegna musicale al mondo per l’infanzia, realizzata dall’Antoniano di Bologna assieme alla RAI, che nel novembre 2007 tagliava il traguardo delle 50 edizioni ha visto partire dalla Toscana, che ha vinto due edizioni, grazie al Comune di Villa Basilica, all’Associazione Firenze Promuove, i festeggiamenti nazionali, nell’ambito del IX° Festival del Cinema, Teatro, Televisione di Villa Basilica (Lucca), che ha assegnato allo Zecchino d’Oro il premio per la Tv dei Ragazzi.
La mattina di sabato 7 luglio, in collaborazione con la Fondazione Nazionale “Carlo Collodi”, alle ore 11 al Parco di Villa Garzoni a Collodi, è stata inaugurata la mostra fotografica nazionale “50 Zecchini d’Oro e la Toscana”, con molte foto inedite, curata dal giornalista Franco Mariani, uno dei più ferrati storici toscani dello Zecchino d’Oro, rimasta aperta, con ingresso gratuito, fino all’11 luglio, con orario dalle 9 alle 20, per poi spostarsi fino al 14 luglio a Villa Basilica.
La mostra poi è stata ospitata a settembre nell’atrio della Basilica della Santissima Annunziata di Firenze dove in soli 7 giorni è stata visitata da oltre 10.000 persone, molte provenienti da altre nazioni.
Perché Villa Basilica e Collodi ?
Perché la frazione di Collodi, dove risiedeva la famiglia del celebre autore di Pinocchio, e dove oggi si trova il famoso parco celebrativo, fino al 1845 era nel Comune di Villa Basilica – oggi invece fa parte del Comune di Pescia – e lo Zecchino d’Oro nasce proprio ispirandosi proprio alla celebre favola di Carlo Collodi, Pinocchio, e il nome della manifestazione e premio che viene assegnato ogni anno altro non è che la moneta che Pinocchio riceve da Mangiafuoco. Inoltre tutte le canzoni della prima edizione erano ispirate alla favola di Pinocchio.
Grazie all’opera di ricerca di Franco Mariani, e all’archivio dell’Associazione Firenze Promuove, l’interessante ed inedita mostra ha ripercorso anno dopo anno i momenti più importanti dello Zecchino d’Oro, di Mago Zurlì, alias Cino Tortorella, inventore della rassegna canora, di Mariele Ventre, la vera anima dello Zecchino, e di alcune figure meno conosciute, senza le quali però lo Zecchino non avrebbe raggiunto il traguardo delle 50 edizioni.
Mariani inoltre è riuscito a rintracciare tutti i 40 bambini, oggi adulti, della Toscana recuperando altro materiale fotografico e molte curiosità che arricchiscono la già interessante documentazione.
“Con questa semplice, ma suggestiva cornice – ha sottolineato durante l’inaugurazione il Sindaco di Villa Basilica, Giordano Ballini – di fatto oggi apriamo ufficialmente le celebrazioni per il 50°dello Zecchino d’Oro, questa importante rassegna internazionale di canzoni per l’infanzia, conosciuta ed invidiata in tutto il mondo. Nella gara canora fra bambini piccoli, in cui si alternano divertimento e insegnamento morale, c’è tutta la carica educativa prodotta dal sistema di valori della famiglia italiana. Ancora oggi è un evento, amato e seguito da famiglie e piccini, perché ha le caratteristiche di una grande festa, un momento ludico pieno di tenerezza e di allegria. I bambini si esibiscono sul palcoscenico, mostrando a volte timidezza, a volte un piglio da piccole star. Nel lontano 1969, lo Zecchino d’Oro fu seguito in Eurovisione da oltre 150 milioni di spettatori, e la canzone prima classificata, “Volevo un gatto nero” viene tradotta in sei lingue, tra cui il cinese, dove è ancora conosciuta e cantata, e la manifestazione richiesta da 102 organismi televisivi. Oggi siamo orgogliosi, come Comune di Villa Basilica, di rendere omaggio con questa particolare mostra, con il premio tv dei ragazzi del nostro Festival, e con una serata tutta speciale, il 12 luglio, con uno speciale concerto celebrativo, oltre alla proiezione di filmati d’epoca, che sarà tenuto dai 60 bambini del Piccolo Coro Melograno di Firenze, diretti da Laura Bartoli, che si esibiranno davanti ai premiati per questa trasmissione, i Frati dell’Antoniano, Sabrina Simoni, direttrice del Piccolo Coro “Mariele Ventre, della sorella di Mariele Ventre, di uno dei più prolifici autori di canzoni, Franco Fasano. e ovviamente dell’ideatore e conduttore storico dello Zecchino, Cino Tortorella, indimenticabile Mago Zurlì degli anni 60 e 70, oltre ai 40 bambini toscani che in queste 50 edizioni hanno partecipato allo Zecchino e che sono stati tutti rintracciati grazie a Mariani”.
La mostra è stata inaugurata alla presenza del Direttore Artistico del Festival e curatore della Mostra, Franco Mariani, degli unici due vincitori della Toscana, Federico Frosini di Agliana, provincia di Pistoia, vincitore nel 1966, e di Nicholas Torselli, di Porcari, Provinca di Lucca, vincitore nel 1989, con i rispettivi Sindaci, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Pescia, Guja Guidi, del Presidente della Fondazione Collodi, Vincenzo Cappelletti.
Le celebrazioni sono poi proseguite la sera del 12 luglio nella Piazza principale di Villa Basilica presa d’assalto già nelle prime ore del pomeriggio dai 60 bambini, con i rispettivi genitori, del Piccolo Coro Melograno di Firenze, diretti da Laura Bartoli, che hanno tenuto le prove del concerto ufficiale commemorativo della sera.
Alle ore 20 hanno fatto il loro ingresso, per la cena ufficiale con il Sindaco, Cino Tortorella, il mitico Mago Zurlì, Sabrina Simoni, Direttrice del Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano, la sorella di Mariele Ventre, Antonietta, Presidente dell’omonima fondazione, Liliana Caroli storica assistente di Mariele, Franco Fasano, noto cantante e autore, uno dei più prolifici autori di canzoni per l’infanzia e lo Zecchino d’Oro.
Nella piazza intanto giungevano i 40 bambini toscani, oggi adulti, che hanno partecipato allo Zecchino d’Oro, provenienti da varie parti della regione, i quali, assieme ai bambini e genitori del Melograno hanno trovato un rinfresco preparato dal Comune.
Alle 21 poi l’inizio della serata ufficiale aperta dalla proiezione di un filmato, montato da Mariani, con delle immagini particolari di queste 50 edizioni, con prevalenza per le canzoni interpretate dai bambini toscani, con in testa i due vincitori.
Filmato molto apprezzato da Cino Tortorella che ha dichiarato che alcune di queste non le ha mai viste.
Tantissimi i momenti emozionati della mitica serata, ripresa integralmente dalle telecamere di Toscana Tv, e presentata dai giornalisti Franco Mariani e Manuela Plastina; trai i tanti ricordiamo: il ricordo di due piccole interpreti che ci hanno lasciato precocemente qualche decennio fa a causa di un male incurabile; l’abbraccio tra i due interpreti de “I Fratelli del west”, uno toscano, uno di Ancona, che non si rivedevono da diversi decenni; il cantare di molti ex interpreti; il pianto commosso di Liliana Caroli nel vedere nel volto di questi adulti i bambini che ha conosciuto nell’arco di 50 anni; Franco Fasano che ha cantato con i bambini del Piccolo Coro Melograno la canzone “Goccia dopo goccia”, da lui scritta qualche anno fa per lo Zecchino d’Oro.
Tutti gli ex cantanti hanno ricevuto una pergamena commemorativa con il loro nome e l’anno di partecipazione allo Zecchino d’Oro.
Cino Tortorella, Sabrina Simoni, Mariele Ventre, Liliana Caroli, Franco Fasano, l’Antoniano di Bologna sono stati insigniti del Premio “Giulia Ammannati” del IX Festival Nazionale del Cinema, Teatro, Televisione di Villa Basilica.
Fuori programma a fine serata, quando Cino Tortorella ha chiesto di risalire sul palco per complimentarsi personalmente e pubblicamente con Franco Mariani per la conduzione della serata e l’organizzazione generale, dalla mostra al montaggio, alla ricerca dei 40 bambini.
Un attestato che ha fatto molto piacere, visto che Tortorella non ha peli sulla lingua e che quindi se la serata non si fosse svolta bene non avrebbe esitato un attimo a dirlo pubblicamente.
Nella serata di sabato, al Gran Galà del Festival, è intervenuto Walter Brugiolo, il mitico interprete di “Popof”, con il quale vinse quell’edizione dello Zecchino.
22 AGOSTO BASILICA DI SANTA CROCE: 150 ANNI FA PAPA PIO IX PONEVA LA POSA DELLA FACCIATA OSTEGGIATA DA ALCUNI FIORENTINI
La facciata della Basilica di Santa Croce a Firenze, una delle più conosciute chiese al mondo, meta ogni anno di migliaia e migliaia di turisti, il 22 agosto compie 150 anni. Il felice anniversario, dimenticato dai quotidiani cittadini, come dalle autorità, è stato invece sottolineato e celebrato da Firenze Promuove con un apposito comunicato stampa a firma del Presidente Franco Mariani, esperto vaticanista.
Fu il Beato Papa Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti (1792 – 1878), in persona a posare la prima pietra durante una solenne cerimonia grazie all’intuito dell’Archietto ebreo Niccolò Matas, autore del progetto della facciata, che, osteggiato fin dall’inizio del progetto nel 1837 da una buona parte dei fiorentini, come spesso accade quando si tratta di mutamenti all’aspetto urbano della città, contrari ad una facciata cosi come la vediamo oggi e felici di continuare a vedere la facciata nuda e grezza di pietraforte, come quella della Basilica di San Lorenzo, zitto zitto, quando il Papa venne in Toscana, andò da Papa Pio IX e lo invitò a porre la prima pietra e visto che il Papa accettò i lavori poterono partire, senza che nessun fiorentino potesse cosi mettersi contro il Papa.
La particolare ricorrenza, che sembra caduta nel dimenticatoio, è sottolineata dall’Associazione Firenze Promuove, la quale ha avuto modo di ricordare tale l’episodio diverse volte: nel 2000, quando chiuse, assieme all’Assessore alla Cultura della Regione Toscana Mariella Zoppi la sua mostra itinerante sull’Anno Santo, realizzata dal Maestro Galeazzo Auzzi, nella cripta di Santa Croce, facendo esporre la cazzuola usata da Papa Pio IX per apporre la prima pietra, quando il Cardinale Piovanelli si rifiutò di ospitare a Firenze, nonostante la disponibilità dei francescani di Santa Croce e della stessa Associazione, il corpo incorrotto del Beato Pio IX quando girò l’Italia per ricordare il viaggio che compì per l’Italia, tra cui buona parte della Toscana, nel 1857, e infine nel giugno 2001 quando realizzò la mostra nazionale “Gli oggetti di Papa Pio IX”, curata dal Giornalista Vaticanista Franco Mariani, con gli oggetti usati da Pio IX, durante la visita a Firenze e in Toscana nell’agosto 1857, ospitata dalle suore domenicane di via Bolognese nell’ambito delle celebrazioni del loro 130° di fondazione, avvenuta con il beneplacito di Pio IX.
L’Architetto Niccolò Matas (1798 – 1872) dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti a Roma si trasferì nel 1825 a Firenze diventando docente della locale Accademia, e dove si svolse gran parte della sua attività come architetto. Fu uno tra gli architetti più importanti che seguissero lo stile neogotico nella capoluogo toscano, anche se talvolta le sue opere seguono un linguaggio più classico, influenzato dal cosiddetto “purismo toscano”. Tra i suoi lavori vanno annoverati: a Firenze la Villa e il parco di San Donato per i principi russi Demidoff, il Cimitero delle Porte Sante, ad Ancona il nuovo Teatro, i Bagni Pubblici e il restauro della cupola del Duomo, all’Isola d’Elba, sempre per i Demidoff, il Museo Napoleonico nella Villa di San Martino, oltre a numerose opere in varie città italiane. Concorse anche per la facciata di Santa Maria del Fiore.
Tra le numerose curiosità da segnalare la stella di Davide che compare sopra il portale centrale della facciata della Basilica di Santa Croce che si dice un tacito omaggio alla sua religione ebraica, anche se non è sicuro, mentre è appurato che i fiorentini devono il finanziamento dell’opera non ai loro contributi ma bensì ad un facoltoso protestante inglese di nome Sloane.
Questo il resoconto storico curato dal Vaticanista Franco Mariani: “Quel 22 agosto 1857 il sagrato della Basilica in Piazza Santa Croce era tutto addobbato per la solenne funzione. Il pavimento era ricoperto da un gran tappeto verde, dinanzi al trono papale sorgeva un altare sul quale furono riposti gli oggetti e i paramenti necessari al Papa per la cerimonia. Pio IX giunse alle dieci e mezzo, ricevuto dalla Commissione incaricata di scegliere la facciata e sovrintendere ai lavori. Dopo aver recitato all’altare alcune preghiere Pio IX, accompagnato dalla Famiglia Granducale al gran completo, andò a sedersi sul trono papale. Qui il cerimoniere gli porse un libro dal quale recitò alcune preghiere, poi, avuta una cassetta di piombo sigillata, la collocò nel fondo della prima pietra femmina, percorrendo con un punteruolo le sei croci della pietra maschio, che doveva andare a sovrapporsi a questa e che era sostenuta dall’architetto Niccolò Matas. Preso il bacino d’argento, Papa Giovanni Maria Mastai Ferretti fece l’impasto d’acqua, scagliola e gesso e con la cazzuola d’argento, ancor oggi conservata nella Basilica, ed esposta nel 2000 per la prima volta dopo vari decenni grazie all’Associazione Firenze Promuove, ne gettò poco nelle connettiture della pietra. A questo punto l’architetto imbracò la pietra e aiutato dal Presidente della Commissione, la agganciò alla fune che pendeva sopra la buca e tenendola lui e il Pontefice, insieme la calarono in fondo, seguita dalla benedizione del Papa, che scoprì anche una targa ricordo dell’importante avvenimento. Terminato il suggestivo rito, all’interno della Basilica, nella sacrestia, Pio IX ammise al bacio del piede i Religiosi Conventuali e i professori del Liceo fiorentino.
Quindi nella vicina cappella de’ Pazzi, nel chiostro di Santa Croce, benedì la Società degli Asili infantili presenti con circa 500 bambini, che accolsero il Papa con esultanti canti, donando a ciascuno di essi un pane e una medaglia con un cordone celeste che lo raffigurava. Seguirono le visite al Monastero di Santa Maria Maddalena in Borgo Pinti, dove si trovavano anche le confinanti suore di San Silvestro e del Conservatorio degli Angiolini, agli Uffizi, alla Biblioteca Magliabechiana, e all’Archivio di Stato dove apponeva la sua firma sul registro con la scritta: “Pio IX servus servorum Dei”. Dopo il pranzo, con il Granduca e gli Arciduchi, presso la Chiesa di San Giovannino de’ Cavalieri, ricevette l’Istituto tecnico di via San Gallo, assieme al Ministro alla Pubblica Istruzione e ai soci dell’Accademia di Arti e Mestieri. Alla sera, dopo aver visitato il Granduca nei suoi appartamenti, riceveva i Capi di Guardia della venerabile compagnia della Misericordia dal quale si congedava con le parole “Misericordias Domini in aeternun cantabo”.
AD OTTOBRE IL PRESIDENTE MARIANI SI INCATENA PER PROTESTA ALLA SEDE ENEL DI FIRENZE: “ENEL HA SOTTRATTO 25.000 EURO PRENDENDO IN GIRO SANTA BARBARA, IL GOVERNO E VARIE CHIESE”
Aveva promesso di coprire le spese per il pellegrinaggio della reliquia di Santa Barbara attraverso la Toscana. Invece a oltre tre anni di distanza si rifiuta di rimborsare le spese. E il giornalista che aveva avuto l’incarico di occuparsi dell’iniziativa questa mattina si è incatenato ai cancelli dell’azienda.
Protagonista è Enel Toscana, la società dell’energia elettrica. I fatti risalgono al 2004.
Attraverso il suo responsabile della comunicazione e la direzione di Roma, Enel si era impegnata a garantire 25 mila euro per la totale copertura delle spese inerenti la solenne traslazione della testa di Santa Barbara che, da Montecatini Terme fu portata in pellegrinaggio a Cavriglia, Rio Marina, Livorno (Accademia Navale). La reliquia doveva arrivare anche a Firenze, ma a causa del concomitante raduno dei no global, la tappa fiorentina fu sospesa.
Il Vescovo di Pescia, cui appartiene la reliquia, d’intesa con la Soprintendenza, concesse tale traslazione affidando la reliquia al giornalista vaticanista Franco Mariani, promotore dell’iniziativa e, all’epoca, segretario regionale dei giornalisti cattolici.
L’organizzazione tecnica fu affidata all’associazione Firenze Promuove che chiese a Enel Toscana (anche attraverso la Parrocchia di S. Barbara di Cavriglia, al tempo di proprietà della stessa azienda di energia elettrica) e un sottosegretario alla difesa con il suo staff di farsi carico della somma necessaria. La risposta fu positiva.
L’iniziativa coinvolse migliaia di persone che hanno assistito agli eventi e ha avuto anche un ottimo ritorno di immagine per Enel, con Rai 2 e varie emittenti televisive che hanno seguito la manifestazione.
Mariani e Firenze Promuove, impegnando tutti i propri guadagni, si sono fatti carico dell’anticipo delle spese, il cui rimborso era stato promesso da Enel, Ma dal 2004 a oggi, tra rinvii vari, la somma non è mai stata rimborsata.
I costi da pagare riguardano, tra l’altro, la parcella della restauratrice nominata dalla Soprintendenza, le spese effettuate a Rio Marina, le somme pagate dalle due parrocchie interessate di Cavriglia e Rio Marina, oltre agli interessi accumulati negli ultimi tre anni.
Ma nonostante le varie richieste di portare a termine quanto pattuito, Enel Toscana non ha ancora provveduto.
Ad ottobre Mariani ha nuovamente parlato con il responsabile comunicazione di Enel, poi, all’ennesimo rifiuto, si è incatenato per protesta.
Enel, ad oggi, non ha ancora adempiuto agli accordi stipulati.
4 NOVEMBRE RICORDATO IL 41 ANNIVERSARIO DELL’ALLUVIONE DEL 1966
L’annuale cerimonia uffiiciale religiosa, promossa e organizzata da Firenze Promuove, è stata presieduta da Padre Alberto Ceragioli, già Parroco della Santissima Annunziata, parrocchia-basilica gravemente danneggiata dalla furia delle acque.
Al termine della Santa Messa il Presidente Franco Mariani ha lanciato dal centro del Ponte alle Grazie la corona d’alloro del Comune di Firenze in ricordo delle 35 vittime.
Il lancio è stato preceduto dalla benedizione del fiume Arno.
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