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La scena dell’Arcivescovo di Firenze che benedice il fiume Arno, prima del lancio della corona d’alloro del Comune in ricordo delle 17 vittime della città e delle 18 della provincia dell’alluvione del 4 novembre 1966 è una scena toccante.
Per chi crede perché è quella del Pastore della città che benedice il fiume che deve continuare ad essere una risorsa per la città.
Per chi non crede è quella di un ex Angelo del Fango che dopo 44 anni ritorna da “protagonista” in città per ricordare quell’evento di solidarietà mondiale che dopo il fango si abbatté su Firenze.
A fianco dell’Arcivescovo il Comune di Firenze con l’Assessore alle politiche sociali, Stefania Saccardi in rappresentanza del Sindaco e della città. Sono dovuti passare 14 anni, e l’annullamento delle cerimonie l’anno scorso, affinché l’Associazione Firenze Promuove, vedesse la partecipazione della Chiesa fiorentina e del Comune all’annuale cerimonia che organizza dal 1996 in ricordo delle vittime, tra cui due piccoli bambini, di soli tre anni, Marina Ripari e Leonardo Sottile, e una delle sorelle era oggi presente e ha ringraziato per il ricordo di cosi tante persone e delle istituzioni.
“L’odierna commemorazione dell’alluvione di Firenze, delle sue vittime ma anche della generosità degli “angeli del fango” – ha detto l’Arcivescovo Betori – si colloca in giorni assai tristi per il nostro Paese, che deve ancora contare i morti a causa del dissesto del territorio.. Firenze si sente vicina a città e borghi in cui si rivive una sofferta esperienza di privazione e di lutto.Non ci può essere cura della persona se non in un contesto di sicurezza del territorio che ne costituisce l’habitat. A fronte dei molteplici sprechi e della dissipazione di risorse che ancora caratterizzano molte scelte, occorre richiamare a questo dovere vitale e basilare. Questo ci chiede la memoria delle nostre vittime di quarantaquattro anni fa, come pure quella della mamma e del suo bambino sulle colline di Massa”.
“Non possiamo – ha concluso Betori – delegare tutto agli interventi postumi, che quando ci ridanno le nostre case non ci ridonano i nostri morti”.
All’Arcivescovo è stata donata la composizione “Grido dell’Anima”, del Maestro Domenico Critelli, presente alla cerimonia, e che è stata usata a suo tempo come colonna sonora del film sull’Alluvione del 1966 prodotto dai cineamatori fiorentini.
Il lancio della corona d’alloro da parte dell’Assessore Saccardi e del presidente di Firenze Promuove, ha chiuso le cerimonie ufficiali, mentre due Carabinieri in alta uniforme vigilavano, come in una scena di Pinocchio, su quel birichino del fiume Arno.
FRANCO MARIANI
(Dal Nuovo Corriere di Firenze il 5/11/2010)
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