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Rassegna Stampa: Nuovo Corriere di Firenze – le cerimonie per il 44° anniversario dell’alluvione del ’66

Edizione del: 2 novembre 2010

nuovo corriere firenze

Giovedì prossimo, 4 novembre, cadrà il 44° anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966 e, per la prima volta, dal 1996, da quando Firenze Promuove, all’epoca Caduti di Ugnano, attraverso il suo presidente, il giornalista Franco Mariani, ha iniziato a ricordare annualmente le 35 vittime, cadrà un tabù, in quanto la Santa Messa sarà celebrata dall’Arcivescovo di Firenze Mons. Giuseppe Betori, che è un ex Angelo del Fango, mentre la corona d’alloro del Comune di Firenze sarà lanciata da Mariani assieme ad un Assessore, Stefania Saccardi, in rappresentanza del Sindaco.

Si tratta di una prima volta sia per la presenza dell’Arcivescovo che di un Assessore, perché fino ad oggi, dal 1996, Curia e Comune erano rimasti insensibili ai pressanti inviti di Mariani, non partecipandovi mai.

“E’ una cosa strana – dichiara il presidente Franco Mariani – che il Comune di Firenze, ma anche la Provincia e la Regione, in 44 anni, non abbia mai organizzato una cerimonia ufficiale o posto una lapide in ricordo delle 17 vittime cittadine e delle 18 della Provincia. Per altre stragi, come ad esempio quella dei Georgofili, o della seconda guerra mondiale, vi partecipa sempre il Gonfalone con Sindaco o Assessore, ma per quella dell’alluvione, che organizziamo noi, cosi come da soli organizzammo tutte le manifestazioni del trentennale, poste sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, mentre nel quarantennale si accodarono, su richiesta del Comune, altre associazioni ed enti, il Gonfalone non si è mai visto”.

“Eppure tra di loro – sottolinea Mariani – ci sono anche due piccoli bambini di soli tre anni, Marina Ripari e Leonardo Sottile. Agli Angeli del Fango, dopo dieci anni, il Comune decise di erigere un monumento, in Piazza Poggi, ad opera del Maestro fiorentino Galeazzo Auzzi, autore anche della Madonna dell’Alluvione che si trova sulla facciata del campanile della chiesa di Piazza Elia Dalla Costa, ma per i morti niente, nessun ricordo dalle istituzioni. Anche i nomi, eccetto che per un paio, sono rimasti sconosciuti fino al 2006 quando, durante una apposita conferenza stampa, gli diffusi ufficialmente per la prima volta raccontando chi erano, quanti anni avevano, e come morirono”.

La cerimonia di giovedì prevede alle ore 9,30 la celebrazione della Santa Messa da parte dell’Arcivescovo Giuseppe Betori nel piccolo Oratorio della Madonna delle Grazie in lungarno Diaz 6, a cui seguirà verso le 10,10 circa il corteo ufficiale, scortato da Carabinieri in alta uniforme e dalle Forze dell’Ordine, con l’Arcivescovo, l’Assessore Stefania Saccardi, il presidente Franco Mariani, un ex angelo del fango Laura Lonzar che indosserà un costume da Madonna rinascimentale, e la popolazione.

Dal centro del Ponte alle Grazie il Presidente Mariani e l’Assessore Saccardi lanceranno, dopo la benedizione del fiume da parte dell’Arcivescovo Betori, la corona d’alloro del Comune di Firenze. Una cerimonia molto cara ai membri dell’Associazione e alle decine di persone che ogni anno vi partecipano soprattutto per fare ricordo delle due piccole vittime, Marina e Leonardo.

Il 18 dicembre 1997 cosi scrivevano i genitori di Marina al presidente Mariani: “Grazie per il costante ed affettuoso pensiero, nel ricordo della nostra bambina; inviamo il nostro commosso augurio di ogni bene”.

La scelta del piccolo Oratorio non è stata fatta a caso, perché ospita, dal 1874, l’immagine miracolosa della Madonna delle Grazie, opera del XIII secolo, ritenuta miracolosa e oggetto di devozione popolare e che, dal 1374, era collocata in una delle piccole cappelle-celle che si trovavano sopra il ponte delle Grazie per salvaguardare Firenze dalle alluvioni, e che furono distrutte quando il Comune decise di allargare il ponte.

L’Arcivescovo Betori cosi ricorda quei giorni del 1966 “Avevo poco più di 19 anni quando all’indomani del 4 novembre 1966 insieme ad alcuni amici del seminario lombardo di Roma decidemmo di partire notte tempo alla volta di Firenze. Ricordo ancora, non senza emozione l’impatto devastante dell’ acqua e del fango che invadevano la città, e lo sguardo attonito di tanti, specie bambini e anziani, di fronte a ciò che li circondava. Furono momenti di paura e di fatica, ma anche di solidarietà e di speranza. Non posso infatti dimenticare il mio primo impatto con la Firenze di quasi quarantadue anni fa quando, in giornate gravide di pioggia e di sventura, la furia dell’Arno ne sfigurava il volto, sconvolgendo la vita operosa dei suoi abitanti.  Ci assegnarono allora una pala e un secchio, e ci inviarono non nei luoghi rinomati dell’arte, dove altri giovani erano impegnati per portare in salvo quadri, sculture, libri e pergamene, ma in un quartiere popolare, se ben ricordo nei pressi di Badia a Ripoli, a liberare dal fango le cantine delle case della gente semplice del popolo”.

FRANCO MARIANI

(Dal Nuovo Corriere di Firenze il 2/11/2010)

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