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Per il Cardinale Silvano Piovanelli, che nel 2011 per la prima volta ha presieduto la santa messa ufficiale per le vittime dell’alluvione, promossa dall’Associazione Firenze Promuove, i morti dell’alluvione di Firenze del 1966 furono più dei 35 che si ricordano.
Secondo Piovanelli ci fu un prete che “chiamato a benedire le salme gli sembrarono tante di più di quelle che ricordiamo oggi. Noi vogliamo ricordarle, noi preghiamo per loro, per le loro famiglie, per quanti hanno portato il peso di quella situazione tristissima, perché è vero che è colpita una persona, ma quante altre persone ne risentono, ne sono ferite, ne portano per tanto tempo il peso e la preoccupazione, e insieme, nella preghiera, vogliamo ricordare quanti hanno lavorato con generosità, superiore ad ogni riconoscimento, per tornare ad una normalità della vita e un ripristino dei beni danneggiati. Potremmo dire che tutti si sono dati da fare, tutti hanno dato non una mano, ma due mani, e per giorni e giorni”.
Il Cardinale all’epoca da sei anni era parroco a Castelfiorentino: “abbiamo rischiato la vita per mettere in salvo gli arredi e i documenti della chiesa di Santa Verdiana. L’esempio della città di Firenze in quella occasione drammatica dell’alluvione non è da dimenticare”.
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