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Inaugurata questa mattina in piazza Stazione sulla facciata della ex Scuola Carabinieri una lapide commemorativa posta dal Comune di Firenze – su proposta dell’Associazione Firenze Promuove – in ricordo di quanto fecero i 700 Allievi del 59° Corso Sottufficiali del Carabinieri durante l’Alluvione del 1966.
La loro storia è stata storicamente documentata e raccontata, dopo 50 anni per la prima volta dai giornalisti Franco Mariani e Mattia Lattanzi nel loro libro “4 Novembre 1966-L’Alluvione. Risorgere dal fango” edito da Giunti Editore.
Alla solenne cerimonia, svoltasi con il Patrocinio della Camera dei Deputati, e che per un giorno ha riportato nella ex Scuola l’attuale Comandante e una folta rappresentanza di allievi con la Fanfara, sono intervenuti: il Sottosegretario alla Difesa On. Angelo Tofalo, inviato speciale per questa cerimonia del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, e il Sottosegretario agli Esteri On. Guglielmo Picchi, unico fiorentino a far parte del Goverrno, il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, il presidente della Commissione Ambiente del Comune, Fabrizio Ricci, il presidente di Firenze Promuove Franco Mariani, e il Portavoce degli Allievi del 59 Corso Liberatore Francesco Memoli al comando di una folta rappresentanza, oltre 70, di coloro che solo recentemente sono stati ufficialmente riconosciuti come Carabiniere-Angelo del Fango.
Come ha sottolineato lo stesso Sindaco Nardella in occasione del Fiorino d’Oro all’Arma dei Carabinieri “è forte la nostra gratitudine per quello che l’Arma ha fatto in tanti momenti positivi che possono e devono essere raccontati”.
La presidenza dell’Associazione Nazionale Carabinieri sta realizzando in questi giorni, grazie anche alla collaborazione del Comune che ha permesso le riprese all’interno dell’ex scuola oggi diventato museo comunale, un documentario che racconterà, con filmati d’epoca messi a disposizione da Firenze Promuove e interviste agli ex Allievi e ad alcuni fiorentini questa nuova pagina dell’Alluvione del 1966.
Messaggi augurali sono stati inviati dalla Presidente del Senato Senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
“Si tratta certamente di una pagina dolorosa della storia del nostro Paese – scrive la Presidente Casellati -, ma il coraggio degli Angeli del Fango rappresenta un simbolo di speranza e di rinascita per l’Italia intera. In una situazione terribile, nonostante fossero loro stessi vittime dell’Alluvione, i 700 Allievi dei Carabinieri misero a rischio le loro vite per sottrarre a morte certa donne, bambini, uomini e animali. Per questo motivo la commemorazione di oggi è così importante, perché celebra non solo il valore di questi giovani uomini ma anche la generosità e l’altruismo di un’intera comunità che, nonostante la tragedia, ha saputo reagire con forza ed eroismo”.
Dal canto suo il Ministro della Giustizia Bonafede, ricordando quanto gli Allievi fecero nel trasferimento di tutti i detenuti alluvionati ad altri carceri della Toscana, ha voluto evidenziare “come sia giusto e doveroso oggi ricordare il coraggioso e generoso intervento che questi giovani prestarono alla cittadinanza, vero esempio di valore civile e di servizio alla comunità”.
“Senza presunzione – ha detto il loro Portavoce Memoli – ma anche senza ipocrisia, possiamo bene affermare che, oggi, scolpito nel marmo a futura memoria, è stato reso un giusto tributo al valore umano e civile di quei 700 allievi, nonché dei loro istruttori e del loro Comandante, per aver (tutti assieme) anteposto le proprie esigenze a quelle dei Fiorentini, in quanto anche noi eravamo alluvionati in Piazza Stazione nella nostra caserma,”. Due di loro furono anche decorati di Medaglia d’Argento al Valor Civile per aver salvato un anziano che rischiava di essere portato via dalla furia delle acque. “Ora, parlando del nostro operato, corriamo il rischio di apparire tronfi e vanagloriosi, ma, considerato che non l’abbiamo mai fatto prima, ci sembrava opportuno che se ne facesse cenno, quanto mento per rivelarlo alla Storia, prima che sia troppo tardi e sprofondare nell’oblio”.
Il Sottosegretario agli Esteri On. Guglielmo Picchi: “È un’emozione da fiorentino ringraziare oggi dopo più di 50 anni i 700 giovani allievi sottufficiali carabinieri che nonostante fossero essi stessi alluvionati si misero a servizio della città. Durante le mie missioni all’estero riscontro continuamente che l’Arma è considerata in tutto il mondo un’eccellenza italiana”.
Il Sottosegretario alla difesa On. Angelo Tofalo: “ll Ministro, quando è arrivata l’email di Franco Mariani e Francesco, ha subito accolto la richiesta di partecipare oggi a questa importante cerimonia e ha fortemente voluto che oggi il Ministero fosse presente per salutare, ringraziare e rendere omaggio ai 700 Allievi Sottufficiali Carabinieri che tanto fecero durante l’Alluvione. Oggi negli occhi luccicanti di una cinquantina di loro ritornati nella ex scuola dopo 53 anni ho visto l’orgoglio e la fierezza di aver servito e di servire ancora oggi il loro paese indossando l’uniforme dei Carabinieri”.
Fabrizio Ricci, Presidente della commissione ambiente del Comune ha dichiarato: “È un giorno di festa oggi per l’intera città di Firenze perché ricordiamo tanti giovani Carabinieri che furono vicini ai Fiorentini. Questi Carabinieri con le loro divise per giorni e giorni furono una luce di speranza e di futuro per la ripresa della città dopo la tragica alluvione”.
Franco Mariani Presidente di Firenze Promuove, giornalista e storico dell’Alluvione: “Questi ragazzi del 59° Corso sono stati battezzati dal fango, e questo è uno dei tanti aspetti della loro vicenda che credo qui debba essere solennemente sottolineata, in quanto è un aspetto a cui nessuno mai pensa e al quale non si tende a rifletterci sopra. La maggior parte di questi 700 Allievi erano ancora minorenni, perché all’epoca si diventava maggiorenni a 21 anni, mentre la loro fascia di età andava dai 18 anni in su. Qui a Firenze loro, camminando nel fango lasciato dalle acque minacciose e travolgenti del fiume Arno, sono diventati – con grandi sacrifici – Uomini e Carabinieri. Sui tanti episodi ne evidenzio solo due: a Ponte Vecchio hanno raccolto dal fango chili e chili di gioielli e beni preziosi delle varie botteghe di orafi che hanno immediatamente consegnato al loro Comandante Mario Serchi, e che dopo essere stati inventariati sono stati stati passati alla territoriale per essere riconsegnati ai legittimi proprietari; mentre nelle banche cittadine hanno vigilato sulle banconote e titoli vari appesi ad asciugare. Nessun gioiello ritrovato o banconota esposta, sono stati fatti sparire, passando inermi da questa prova che avrebbe potuto traviare il loro giovanile animo. Non solo: come i soldati della grande guerra hanno patito la fame – per giorni e giorni hanno mangiato solo cipolle – così come hanno patito il freddo, l’umidità, camminato nel fango, spalato, ripulito, sorvegliato, spogliandosi – loro malgrado – della loro gioventù e diventando uomini. Concludo leggendovi l’Ordine del Giorno del Generale Mario Serchi del 28 giugno 1967 e indirizzato agli Allievi del 59° Corso: ‘Allievi, il corso si è concluso. Sono particolarmente lieto nel darvi atto dell’impegno profuso, della serietà di propositi che vi ha animato e del senso di responsabilità che ha caratterizzato la vostra permanenza in questa scuola. Siate fieri di avere appartenuto ad un corso che ha saputo superare brillantemente tutte le difficoltà presentate. Dall’alluvione del 4 novembre 1966 alla ricostruzione di quanto tale calamità aveva distrutto. Dal pronto recupero addestrativo, alle prove di esame da voi positivamente superate. Sono certo che l’Arma può fare sicuro affidamento ad un nuovo qualificato contingente di sottufficiali. Nel salutarvi formulo per ciascuno di voi i miei fervidi e cordiali voti augurali’. A questi ragazzi, a questi uomini forgiati dal loro papà Mario Serchi oggi, dopo 53 anni, giunge il sincero ringraziamento della città di Firenze e dei Fiorentini, espresso col marmo bianco, simbolo della purezza dei sentimenti lì sopra esposti ed oggi fissati, con l’augurio, e la speranza, che anche l’Arma inizi a riconoscere adeguatamente il vostro operato, perché quell’impegno dimostrato nel 1966 sia di monito ed esempio alle nuove e future generazioni di Carabinieri”.
Riprese video e foto di Mattia Lattanzi.
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