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Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI ha ricordato a Firenze il Vescovo Ausiliare Mons. Antonio Ravagli nel 35° della morte e nel 110° della nasciata: “In una società come la nostra, segnata da contrapposizioni assurde e paure immotivate, la storia del vescovo Antonio Ravagli ci insegna a portare con dignità e mitezza la croce di Cristo, anche in mezzo alle intemperie, ad amare chi ci è ostile, a dimenticare le umiliazioni subite”.
L’occasione è stata la presentazione, lunedì 11 settembre 2017 del libro “Un vescovo fra il Concilio di Trento e il Vaticano II. Antonio Ravagli” del giornalista romagnolo Quinto Cappelli.
Nato nel 1907 a Portico di Romagna, in una valle vicina a quella in cui è nato lo stesso Bassetti, sugli Appennini tra Romagna e Toscana, il Vescovo Antonio Ravagli è stato, ha affermato Bassetti, “un uomo sincero, e questa sincerità è stata per lui anche motivo di sofferenza; un uomo di sensibilità eccezionale, un uomo che è morto povero lasciando i suoi pochi averi al Convitto ecclesiastico dove risiedeva. Non andava in macchina, si spostava in autobus. Ha dato tanto della sua umanità e della sua ricchezza spirituale alla diocesi di Firenze, e gli sono grato”.
Antonio Ravagli studiò nei seminari di Modigliana e Firenze e fu ordinato sacerdote nel 1929.
Per 18 anni fu vicerettore e poi Rettore del Seminario di Modigliana e per 8 Arciprete di Castrocaro Terme, dove nel 1955 fu consacrato Vescovo della diocesi di Larino.
Dopo aver svolto il suo ministero per quattro anni a Larino (Molise), Ravagli rientrò a Modigliana come Coadiutore dell’anziano Vescovo Massimiliano Massimiliani, cui succedette alla morte il 30 agosto 1960.
Nei dieci anni di ministero nella diocesi di Modigliana (diocesi posta sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo Metropolita di Firenze, all’epoca il Cardinale Ermenegildo Florit, comprendeva 83 parrocchie nelle valli del Lamone, Tramazzo, Rabbi e tutta la valle del Montone, compresa Terra del Sole) affrontò i grandi problemi della trasformazione del secondo Novecento, fra cui lo spopolamento della montagna, il passaggio dal mondo agricolo a quello industriale, la secolarizzazione, la contestazione del 1968 e l’applicazione del Concilio Vaticano II in diocesi.
Dal 1968 al 1970 fu anche Ausiliare e Vicario Generale di Faenza, alla cui diocesi rinunciò.
Alle proposte della Santa Sede di accettare la diocesi di Bertinoro e Forlì e poi di Faenza, Ravagli preferì andare a Firenze come Ausiliare del Cardinale Ermenegildo Florit, diventando poi anche Vicario Generale (1977-1981) del successivo Cardinale Arcivescovo, Mons. Giovanni Benelli.
È stato Segretario della Conferenza Episcopale Toscana, Assistente Ecclesiastico Regionale dell’UNITALSI, Direttore del Convitto Ecclesiastico a Firenze.
E’ morto a 74 anni subito dopo, solo due giorni, dalla Visita ad Limina dei Vescovi Toscani con Papa Giovanni Paolo II. Al suo rientro da Roma fu colpito da un malore nel giardino della sua residenza mentre rientrava appunto al Convitto Ecclesiastico, passando così tutta la notte al freddo, contraendo una brutta broncopolmonite fulminante che nel giro di poche ore lo portò alla morte.
Ancora oggi Mons. Ravagli viene ricordato per le sue capacità di comunicazione, per la semplicità d’animo e per la cordialità romagnola.
Prima di ogni discorso commemorativo l’attore toscano Piero Baracchi ha letto alcuni brani del libro di Quinto Cappelli su Mons. Ravagli.
Un vescovo, ricorda il libro di Quinto Cappelli, che ha vissuto il suo ministero in anni pieni di fermento e di tensioni, “tra l’incudine della conservazione e il martello della contestazione”. Momenti – (fra cui la vicenda fiorentina dell’Isolotto) – da lui affrontati, ha sottolineato Bassetti, “con fermezza e saggezza”.
Insieme al Presidente della CEI e all’autore del libro, sono intervenuti il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, il Vescovo di Faenza-Modigliana Mons. Mario Toso, il Provveditore della Misericordia di Firenze Andrea Ceccherini, il Presidente Unitalsi Roberto Torelli, il Giornalista Vaticanista Franco Mariani, Presidente dell’Associazione Firenze Promuove, che ha promosso l’evento.
Il libro di 582 pagine è illustrato da oltre 400 immagini dell’epoca.
“Il clero anziano, le persone deboli, i malati: questi ambiti che seguì con dedizione – ha sottolineato Betori – dicono molto di quale vescovo è stato Antonio Ravagli”.
Interviste video di Franco Mariani.
Riprese video di Mauro Pocci.
Foto di Mattia Lattanzi.
Le foto sul Vescono Antonio Ravagli sono tratte dal libro di Quinto Cappelli © ® 2017.
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