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Anche Papa Francesco e il Presidente del Senato Pietro Grasso si sono congratulati con il Comune di Firenze per la scelta di dedicare una strada al Cardinale Ermenegildo Florit, Arcivescovo di Firenze dal 1962 al 1977, anche se giunse in città come Coadiutore nel 1954, e Presidente della CEI.
La cerimonia di scoprimento della targa è fissata per domani, giovedì 15 giugno alle ore 16,30 a Brozzi, rione scelto dal Comune per la toponomastica religiosa, al termine di via Madonna di Loreto, di fronte al cimitero comunale.
Alla cerimonia interverranno il Sindaco di Firenze Dario Nardella, l’Assessore alla Toponomastica Andrea Vannucci e il Cardinale Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
Molte anche le delegazioni ufficiali che giungeranno in città da altre regioni: dei Vescovi della Conferenza Episcopale del Triveneto, dell’Arcivescovo di Udine, della Provincia di Udine, del Comune e della Parrocchia di Fagagna, dell’Ordine dei Paolini, della Pontificia Università Lateranense.
Presenzieranno alla cerimonia anche numerosi nipoti del Cardinale Florit.
Nel corso della cerimonia saranno letti i messaggi del Papa e del Presidente Grasso che sono stati informati dell’evento dal Presidente di Firenze Promuove, il Giornalista Franco Mariani, che da sempre in città, in accordo con i parenti, porta avanti la memoria del compianto presule.
Mariani è anche autore dell’unica biografia ufficiale del Cardinale che è stata donata a tutte le biblioteche comunali.
Domani, nel corso della cerimonia, ci sarà un altro dono sempre per tutte le 13 biblioteche comunali.
Il Cardinale Giuseppe Betori e il Presidente Franco Mariani doneranno due libri su Florit:
Il Cardinale Ermenegildo Florit, Arcivescovo di Firenze, tra Concilio e Post Concilio, a cura di Gilberto Aranci, atti del convegno organizzato dalla diocesi e dalla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale in occasione dei trent’anni dalla morte.
Nel massimo sforzo di carità, la chiesa fiorentina e l’alluvione del 1966, libro sull’intervento della chiesa fiorentina in occasione della tragica alluvione del 1966, edito dalla Caritas di Firenze, e curato dai giornalisti Franco Mariani e Riccardo Bigi.
Brozzi fu il primo rione fiorentino visitato dal Cardinale Florit il 5 novembre 1966, a bordo di un M113 e a cui portò gli aiuti della diocesi.
La cittadinanza è invitata a partecipare alla cerimonia.
Ermenegildo Florit nasce il 5 giugno 1901 a Fagana, in provincia di Udine, in una famiglia numerosa, nove figli, di cui lui è il terzo.
Entrato nel 1913 in seminario, nel 1922 verrà inviato a Roma per continuare gli studi di sacra scrittura.
A Roma ricevette l’ordinazione sacerdotale, l’11 aprile 1925, laureandosi in teologia il 6 luglio alla Pontificia Università Lateranense e continuando gli studi in sacra scrittura presso l’Istituto Biblico della Pontificia Università Gregoriana, dove, nel 1927, conseguì i gradi accademici.
Dopo una parentesi pastorale a Palmanova “primizia del suo sacerdozio”, come amava ricordarla, Pre’ Gildo, come lo chiamavano i giovani del luogo, fu cappellano della parrocchia e del locale ospedale.
Nel 1929, per esplicita decisione di Papa Pio XI rientrò a Roma.
Qui, fino al 1954 ricoprirà vari uffici, sia nella Curia Romana, sia in Vaticano: prima professore e poi Decano della Facoltà Teologica, Pro Rettore dell’Ateneo Lateranense, Consultore della Pontificia Commissione Biblica, Consigliere della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi per le attività culturali e statistiche, Esaminatore Apostolico del Clero Romano ed Estero, svolgendo contemporaneamente una vasta attività culturale e scientifica dando vita, fra l’altro, alla collezione di monografie scientifiche “Lateranum” e pubblicando vari lavori di cultura biblica.
Le sue lezioni al Laterano, “ricche di dottrina, ma anche di calore umano e di spirituale penetrazione dei testi sacri, sono – come ricorda il Segretario Mons. Paolo Ristori – tuttora ricordate con affetto dai numerosi alunni di varie parti del mondo: diversi di loro diventati vescovi e anche cardinali, ricordano Florit come un professore semplice, riservato, discreto: solo le pagine della Bibbia avevano il potere di illuminarli gli occhi e di scandirgli il cuore facendo cosi uscire lezioni apprezzate come scuola di vita e di spiritualità invece che di atti accademici”.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale accolse e assistette numerosi ebrei, per farli sfuggire all’oppressione nazista.
Il 12 luglio 1954 la nomina, inaspettata, a vescovo coadiutore, col rango di arcivescovo e titolare di Gerapoli di Siria, dell’anziano Cardinale Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze.
Il 31 gennaio 1958, con l’aggravarsi delle condizioni di salute di Dalla Costa, la Santa Sede gli concesse tutte le facoltà proprie dei vescovi residenziali.
Il 19 marzo 1962, dopo la morte di Dalla Costa, Papa Giovanni XXIII lo nominò Arcivescovo di Firenze, mentre Papa Paolo VI, il 22 febbraio 1965, lo creò Cardinale.
Fu Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e Presidente, per tutto il suo mandato a Firenze, di quella Toscana (CET), favorendo la nascita di una stampa cattolica e formando la prima catena dei settimanali diocesani (Toscanaoggi), i bollettini ufficiali, la guida liturgico pastorale per la Toscana, e il proprio liturgico regionale, ancora in vigore.
Un importante ruolo lo ebbe nel novembre 1966 quando la città, e buona parte dell’arcidiocesi, fu colpita dalla tragica alluvione del giorno 4, facendosi carico della ricostruzione, non solo materiale, ma anche morale della città, che culminò con la visita la notte di natale del Santo Padre Papa Paolo VI.
A lui si deve la prima creazione strutturale di un intervento di protezione civile in città, come s’intende oggi, anticipando di quasi trent’anni il modus operativo odierno.
Il 12 settembre 1976, al raggiungimento del 75° anno di età, come richiede la legge canonica, rimise a Papa Paolo VI il mandato, che fu solo accettato nel giugno 1977, quando a Firenze arrivò il nuovo Arcivescovo, Cardinale Giovanni Benelli.
Da allora, e fino alla sua morte, alloggiò in Firenze in via Gino Capponi presso un istituto di suore.
Qualche viaggio a Roma per l’Anno Santo 1983, per i due Conclavi del 1978, e alcune visite al suo paese natale e a qualche parrocchia della diocesi, smorzarono il lungo periodo di solitudine del vecchio cardinale, contraddistinto poi, anche dalla repentina cecità, che gli impedì di continuare gli studi di sacra scrittura, che mai abbondò.
La sua tomba è posta sotto l’altare principale del duomo di Firenze, nella cappella che custodisce i resti degli ultimi arcivescovi di Firenze.
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